Via ai lavori del tavolo permanente per le comunicazioni elettroniche per il settore televisivo. Martedì scorso, a Roma, si è tenuta la prima riunione dell’organismo che è stata presieduta dal sottosegretario Fausta Bergamotto e coordinata dal Capo di gabinetto, Federico Eichberg. Tra i presenti, in qualità di rappresentanti per il ministero del Made in Italy, i direttori generali Francesco Soro ed Eva Spina. Dall’altra parte del tavolo c’erano i rappresentanti delle associazioni di categoria delle imprese radiotelevisive e degli operatori di rete. Tra di loro c’erano il presidente di Confindustra Radio Televisioni Franco Siddi e il presidente dell’associazione delle Tv locali Maurizio Giunco. In mezzo i rappresentanti dell’Agcom, Laura Aria e Giorgio Greppi.
Franco Siddi, dopo aver ricordato che “un’industria che è tale per quanto riguarda lavoro, tecnologia, sviluppo, ma che presenta anche le specificità del settore culturale” ha ricordato perimetro e missione dell’associazione: “CRTV rappresenta del mondo delle imprese radiotelevisive italiane, nazionali e locali, pubblica e private, ed è oggi particolarmente impegnata a sostenere un ordinato e proficuo sviluppo di un sistema, che nella sua articolazione duale (pubblico privato) è chiamato a preservare una qualità identitaria ed europea e ad assicurare adeguamenti e innovazioni in termini tecnologici e industriali. Si tratta di un settore vitale per il pluralismo dell’informazione, l`offerta gratuita dei contenuti, e la capillarità del servizio”.
Secondo Siddi, inoltre: “Un servizio che per la Rai può contare essenzialmente su canone e una quota di pubblicità, per le aziende private, invece, la sostenibilità economica ha come fonte unica di ricavo la pubblicità, in assenza totale di misure di sostegno. Il settore radiotelevisivo continua a fornire un servizio gratuito ed universale, ma non brilla di luce propria, soprattutto in uno scenario tecnologico e di mercato allargato dove l’affermazione delle piattaforme online multinazionali e dei new media, non regolati, rende indifferibile l`obiettivo di garantire eque condizioni competitive anche sul piano regolatorio. C`è quindi necessità di considerare quello dell`emittenza un sistema industriale compiuto, cui debbono essere riconosciute politiche adeguate di sostegno alla competitività, alla qualità, all`innovazione come per altri settori, avendo riguardo che si tratta di una realtà che produce effetti moltiplicatori per le attività economiche del Paese e per la sua crescita civile”.
Inoltre, il rappresentante di Confindustria Radio Tv ha ricordato che, in vista del completamento del processo di transizione della banda 700Mhz, che ha visto il rilascio delle frequenze al giugno 2022 e labbandono della codifica obsoleta MPEG-2 a fine dicembre “i broadcaster hanno rispettato tutte le scadenze e gli impegni presi. Il percorso verso la nuova televisione digitale tuttavia non si è ancora completato, manca il passaggio al nuovo standard trasmissivo DVB-T2 che ha una variabile fortemente critica, il basso tasso di sostituzione dei televisori, ancora circa il 30% delle famiglie non ne possiede di predisposti per la ricezione della nuova tecnologia. La transizione deve essere programmata in modo da essere graduale e non lasciare indietro nessuno”.