Qualcosa si muove, in Parlamento, per salvare Radio Radicale. Le iniziative bipartisan a tutela della storica emittente radiofonica hanno coinvolto diverse componenti politiche. E se il Partito democratico ha parlato, apertamente, di attentato alla democrazia in caso di chiusura, dalle parti della Lega arriva la proposta per prorogare la convenzione di almeno altri sei mesi.
Tutto, però, si scontra con la determinazione di Vito Crimi che rimane intenzionato a rivedere l’attuale accordo tra le istituzioni e Radio Radicale.
Intanto anche la Fnsi saluta con favore le iniziative parlamentari: “Vanno salutate con favore la mobilitazione e le iniziative, anche di parlamentari di Lega e Movimento 5 Stelle, per consentire a Radio Radicale di continuare a svolgere il proprio servizio. L’auspicio è che a queste iniziative segua al più presto l’adozione di un atto formale volto a ripristinare la convenzione”. Lo dicono Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana. “Il tempo a disposizione è ormai esiguo – avvertono i vertici della Fnsi –. In attesa di una riforma strutturale del sistema, è necessaria una moratoria per consentire a Radio Radicale di continuare ad andare in onda e per ripristinare la dotazione del fondo per il pluralismo dell’informazione. In caso contrario, la Radio e anche tante testate che, fino ad oggi, proprio grazie ai contributi pubblici, hanno dato voce a minoranze, territori e comunità saranno costrette a chiudere o a subire gravi ridimensionamenti, anche e soprattutto sul piano occupazionale. È necessario e urgente un provvedimento del Parlamento che impedisca di assestare un colpo mortale al pluralismo dell’informazione”.
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