In ansia per il futuro, il comitato di redazione di Radio Radicale scrive a governo e alte cariche dello Stato per chiedere chiarezza.
In una nota, il cdr della storica emittente radiofonica, esprime la trepidazione che si vive tra i quasi cento dipendenti della struttura: “Chiediamo al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al vicepresidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo economico e del lavoro, Luigi Di Maio, al vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno, Matteo Salvini e al sottosegretario all’Editoria, Vito Crimi, di farsi carico della situazione di gravissima incertezza in cui si ritrovano gli oltre 100 lavoratori, interni ed esterni, di Radio radicale”.
E non basta: “Ricordiamo che è in ballo il lavoro e il futuro dei giornalisti, dei tecnici, degli archivisti, degli amministrativi e dei collaboratori che non possono essere cancellati con un tratto di penna a cui nelle attuali condizioni l’azienda non può dare nessuna garanzia, nemmeno per l’immediato. Ed è per questo che la mozione approvata dal Senato e il Dl Crescita all’esame delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera sono l’occasione per governo e maggioranza di dimostrare concretamente la volontà di raccogliere le sollecitazioni venute dall’Agcom e ascoltare gli appelli venuti dal mondo politico, da quello accademico, dell’informazione e della cultura e anche dalla magistratura, dall’avvocatura, da amministrazioni locali, sindacati e associazioni insieme a decine e decine di migliaia di cittadini per la vita di Radio radicale”
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