Radio Radicale, Crimi non arretra di un passo. Nonostante l’importante mobilitazione di una parte rilevantissima della cultura, dell’intellighenzia e della società civile italiana, nonostante una raccolta firme che giorno dopo giorno raggiunge decine di migliaia d adesioni, il sottosegretario continua a tuonare contro l’emittente.
E lo fa durante l’audizione in Commissione Vigilanza dove ha ribadito che la competenza a decidere sul destino di Radio Radicale non è del dipartimento all’Informazione e all’editoria del governo bensì del Ministero dello Sviluppo economico. E come riporta l’Adn Kronos ha spiegato: ““Ritengo come governo che non debba prorogarsi la convenzione con Radio Radicale. Avevamo proposto un rinnovo per un anno a 5 milioni euro anziché a 10, perché le tecnologie oggi consentono di ridurre determinati costi e Radio Radicale si affida alle tecnologie. Non solo – ha aggiunto Crimi – alcune delle attività svolte dall’emittente, di cui voi stessi avete ribadito l’importanza, non sono oggetto della convenzione. Quindi o abbiamo pagato troppo la convenzione o Radio Radicale ha svolto delle attività non in convenzione utilizzando i soldi della convenzione”.