Secondo quanto scrive Milano Finanza la situazione economica della Stampa, il giornale degli Agnelli diretto da Mario Calabresi è critica e difficilmente compatibile con le strategie di Marchionne ed Elkann. Nel 2012 il giornale ha avuto 27 milioni di perdite, nel 2013 il rosso è stato di 14 milioni di euro e ora il primo trimestre si è chiuso con perdite per 5 milioni. Ora i tagli saranno ancora più forti per tentare un impossibile pareggio di bilancio. Il problema è che La Stampa deve ancora decidere se essere un giornale nazionale o un giornale locale. Essere tutte le due cose insieme gli costeranno troppo care a livello di bilancio. Nonostante una strategia di annunci scoppiettanti dell’area digitale il traffico del sito e i suoi ricavi non riescono a lievitare per coprire la crisi di ricavi del cartaceo e la fusione possibile con il Corriere pare una chimera. La crisi dell’editoria continua a mordere. E a Torino hanno deciso che è ora di invertire la rotta. La Fiat, primo azionista di Rcs Mediagroup (20,55%), ha deciso di accelerare sul processo di ristrutturazione de La Stampa, il giornale di proprietà che negli ultimi due anni ha perso 41 milioni (27 milioni nel 2012 e 14 milioni l’anno scorso) e che anche nel primo trimestre di quest’anno è in rosso per 5 milioni. La casa automobilistica torinese presieduta da John Elkann e guidata dall’ad Sergio Marchionne, in particolare, avrebbe chiesto alla Editrice La Stampa, presieduta dallo stesso Elkann e gestita dal direttore generale Luigi Vanetti, di studiare le soluzioni affinché il 2014 si possa chiudere in pareggio. Una decisione legata al fatto che Fiat, che sta per spostare il quartiere generale in Olanda e a Detroit con la nascita di Fca (l’integrazione Fiat Chrysler), non vorrebbe più continuare a sborsare ogni anno liquidità per ripianare le perdita della casa editrice, e in particolare del quotidiano diretto da Mario Calabresi. L’azienda editoriale dovrà quindi lavorare al taglio dei costi operativi (sul fronte redazionale ci sono ancora 10 prepensionamenti da concludere sui quasi 40 previsti nell’ultimo piano di risanamento), guardando soprattutto ai risparmi sulle ferie arretrate, le spese generali e magari quello della carta, ipotizzando un calo della foliazione de La Stampa. Altrimenti, si dice nei corridoi della redazione torinese, Fiat sarà costretta a intervenire in maniera ancora più drastica l’anno prossimo.