Querele temerarie, si mobilita l’Ue ma l’Italia resta ferma

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Dal Parlamento europeo arriva una proposta contro le querele temerarie ai danni dei giornalisti. Ma per il Cnog, il governo italiano resta immobile e fermo. L’iniziativa da Strasburgo punta a istituire sportelli unici aperti alle vittime di azioni vessatorie. Dovranno ottenere, da questi punti di sostegno, indicazioni e informazioni su come resistere alle cosiddette Slapp e magari, dovranno ottenere assistenza legale, finanziaria e persino psicologica. Il relatore del testo ha spiegato: “Le cause legali abusive stanno dissuadendo le voci critiche dal portare alla luce questioni di interesse pubblico. Giornalisti e attivisti sono una pietra miliare delle nostre democrazie e dovrebbero poter lavorare senza subire intimidazioni. Con questa direttiva intendiamo garantire che siano protetti in tutta l’UE, che le vittime ricevano un sostegno finanziario e psicologico e che vi sia una definizione più ampia dei casi transfrontalieri. I nostri tribunali non possono essere terreni di gioco per i ricchi e i potenti”.

In Italia, però, le cose continuano ad andare a rilento. Carlo Bartoli, presidente del consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, denuncia l’immobilismo del governo di Roma: “Il Parlamento europeo ha votato la proposta di direttiva a tutela dei giornalisti contro le azioni giudiziarie intimidatorie. È una decisione importante per la difesa della libertà di stampa. Peccato che in Italia non si facciano passi avanti. La riforma della legge sulla diffamazione è ferma al palo e c’è il rischio di avere sanzioni ancora più pesanti per i cronisti e, allo stesso tempo, restare senza alcuno strumento di dissuasione contro le Slapp, le cosiddette querele temerarie”.

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