Quanto ottimismo nel contratto nazionale di lavoro voluto dall’Anso e dalla Fisc

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La stipula del contratto nazionale di lavoro tra l’Anso (l’Associazione Nazionale della Stampa On line), la Fisc (la Federazione Italiana della Stampa Cattolica) e la Fnsi (la Federazione Nazionale della Stampa Italiana) è una notizia che appare essere passata quasi in silenzio.

Infatti, dopo anni di tentativi di affiancare al contratto nazionale di lavoro stipulato tra la Fieg e la Fnsi un contratto differenziato per i giornali più piccoli, l’obiettivo appare essere stato raggiunto. Finalmente un contratto diverso che regola i rapporti tra le imprese editrici di dimensioni minori, periodici e testate on line, pensato per queste realtà. Ma la notizia non è solo questa.

La vera notizia è che questo contratto, o meglio i contenuti di questo contratto, lasciano intravvedere una visione molto positiva dei direttivi dell’Anso e della Fisc circa la situazione dell’editoria italiana. Se, infatti, le precedenti trattative, in particolare quelle portate avanti dall’Uspi, erano rivolte a cercare una mediazione con un contratto che tenesse conto che le piccole imprese editrici hanno difficoltà a garantire gli stessi trattamenti salariali previsti dai grandi editori, il nuovo contratto sottoscritto dalle parti in causa sembra andare in direzione contraria.

E l’approccio estremamente positivo da parte delle due associazioni datoriali è evidente proprio nell’allegato al contratto dove viene prevista la stabilizzazione dei giornalisti che collaborano con le testate on line. Un nuovo modo, quindi, di vedere i rapporti tra editori e collaboratori che evidenzia l’aspettativa da parte dell’Anso di un futuro roseo e ricco per l’editoria on line che garantirebbe nuovi, stabili e ben remunerati posti di lavoro, con le piccole imprese editrici poste a tutela dell’intero settore.

Le remore della Fieg, dell’Uspi e della File nell’ipotizzare i possibili effetti di questo contratto su un settore che, in realtà, fino alla firma di questo contratto non appariva così in forma, andranno riscontrate con la realtà che emergerà dall’applicazione dei contenuti di questo contratto ai conti economici delle imprese editrici. Ma sicuramente questo accordo diventa una base per la contrattazione aperta per la definizione dell’equo compenso.

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