QUANTO È DIFFICILE ESSERE EDICOLANTE OGGI: LO SPIEGA ARMANDO ABBIATI, PRESIDENTE DELLO SNAG

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Negli ultimi due-tre anni hanno chiuso sei-settemila punti vendita di giornali. «Va chiarito urgentemente il ruolo delle edicole. Anche a fronte della sperimentazione della vendita in esercizi commerciali (bar, tabaccherie, stazioni di servizio, librerie) che, nella maggior parte, hanno rinunciato a farlo». «Il nostro obiettivo è vendere, non rendere». «Siamo favorevoli all’informatizzazione della rete di vendita. Speriamo venga attuata in tempi brevi e coinvolga tutta la filiera, non solo la componente editoriale».

Armando Abbiati, presidente dello Snag, sindacato che rappresenta circa 11mila edicolanti, ne spiega le ragioni in questa fase difficile del mercato. Le edicole potenzialmente interessate alla rete informatizzata sono 30-32mila, «ma perchè l’iniziativa abbia successo dovranno aderire almeno 15-18mila». Gli edicolanti potranno godere, per l’acquisto dell’hardware, del credito d’imposta previsto dal Governo che, «se sarà confermato», metterà a disposizione dieci milioni di euro per tutti gli aderenti. «Ci vorranno però due-tre anni per arrivare all’informatizzazione – continua Abbiati – e intanto chiuderanno altri punti vendita. Le edicole, che non sono una categoria assistita, pagano a otto giorni dalla consegna e non possono scegliere quello che acquistano». A decidere la fornitura è il distributore: «noi non possiamo scegliere né la quantità né il prezzo di vendita. In un mercato sofferente, allora, molti chiudono i battenti».
L’informatizzazione consentirà alle edicole di diventare una rete alternativa a quella dei tabaccai per offrire una serie di servizi, «che il Governo deve ancora definire» aggiunge Abbiati. Questo per il futuro, quando l’informatizzazione «consentirà di soddisfare con precisione e puntualità la clientela, riavvicinandola all’edicola, dove potrebbero transitare anche le copie in abbonamento, come già avviene in qualche caso».
Lo Snag chiede di chiarire il ruolo dei distributori nazionali, che sono collegati societariamente con i grandi editori: «I maggiori gruppi italiani – sottolinea Abbiati – non editano più di un centinaio di testate ma le loro aziende di distribuzione ne distribuiscono centinaia e centinaia. Al tavolo delle trattative per la gestione e il rinnovo dell’accordo nazionale gli editori chi rappresentano, le testate che editano o quelle che distribuiscono?».
La liberalizzazione delle autorizzazioni comunali, secondo gli edicolanti, «non può essere gestita dagli attuali fornitori locali, che operano in regime di monopolio». Se si dovesse insistere con la politica del “liberi tutti”, «allora apro e chiudo quando voglio, svincolandomi da ogni impegno» avverte il presidente dello Snag. Sul fronte della differenziazione dell’offerta, si sta sperimentando la vendita di altri prodotti, come quella di una nota bevanda gassata nelle edicole di Piemonte, Sardegna, Friuli e Val D’Aosta con tanto di piccolo frigorifero, che, però, «toglie spazio ai giornali. Noi diciamo agli editori: diteci cosa volete fare delle edicole e delle edicole in Rete e pagateci il giusto in base a quello».

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