Il settimo rapporto dell’osservatorio bolognese AltraTv.tv evidenzia la crescita esponenziale del servizio televisivo fruibile via Internet. Nel 2003 di web tv ce n’erano 36, ora sono 590 (+ 57 rispetto al 2011). Un’enormità, anche se il vero boom è avvenuto nel biennio 2007-2009. Su un piano regionale il Lazio la fa da padrone, con 102 web tv e un incremento del 24% rispetto al 2011. Anche Lombardia, Emilia e Puglia presentano una cifra elevata di tv virtuali, in relazione alla densità del loro territorio. Nelle regioni più piccole si registra un differente sviluppo del fenomeno: l’incremento di Trentino e Molise (+ 33%) è bilanciato dallo 0% in Valle D’Aosta, Friuli e Basilicata. Il Sud, dopo due anni di grande espansione, resta a guardare. Oltre alla già citata Basilicata, si nota che Campania e Puglia, ricche di web tv, sono le regioni con la minore percentuale di incremento (insieme all’Emilia). Sono numeri significativi, che testimoniano la crescente importanza di uno strumento che garantisce costi di impianto contenuti, assai inferiori rispetto a quelli dei media tradizionali.
Passando ai contenuti, si legge che il 58% delle web TV ha una programmazione basata sulla cultura, argomento bistrattato dalle TV analogiche. Grazie alla tecnica del live streaming, i canali danno un’ottima copertura agli eventi locali. Nella maggior parte dei casi l’obiettivo del canale è l’informazione comunitaria. A tale fine è funzionale il format dell’intervista, utilizzato dal 62% delle piattaforme.
La collaborazione tra una Web Tv e un social network, nell’82% dei casi Facebook, contribuisce a creare un legame tra canale e utenti. Sulle pagine dei profili vengono spesso promossi eventi e, in taluni casi, si ha un’integrazione della programmazione. L’interazione TV-utente è favorita anche dalla possibilità di selezionare e condividere video. In quest’ambito è importante Youtube, che è legato al 72% dei canali. Il dato più notevole è forse l’incremento di web tv su smartphone e tablet (+ 25%). Per quanto riguarda i sovvenzionamenti, le TV si affidano sempre meno alle risorse degli ideatori, che pure continuano ad avere un ruolo primario in materia. Aumentano prepotentemente le entrate pubblicitarie, frutto della collaborazione sempre più frequente tra TV e aziende (32%).
Il rapporto Netizen mostra l’evoluzione di un fenomeno di nicchia che si è pian piano trasformato in un modello di business. Le Web Tv sono tutelate dall’ordinamento italiano. Utilizzate per trasmettere in diretta le attività parlamentari, nel 12 % dei casi ricevono anche dei contributi dalla Pubblica Amministrazione. In materia di tv virtuali, il concetto più importante è quello della libertà nella trasmissione dei contenuti. Esso afferma che tutti i canali possono trasmettere determinati contenuti senza la necessità di attribuire diritti alla singola piattaforma. Per il futuro si aprono due strade: la prima porterebbe ad una suddivisione dei programmi tra web TV e media tradizionali mediante gare d’appalto, la seconda ad una commistione tra i medesimi soggetti.
Giuseppe Liucci