Cinque giornali ad un euro. No, non è la solita promozione cut price in edicola, che a qualcuno piaceva chiamare free press mascherata. L’ex corazzata RCS, sempre più simile ad un canotto, ha ceduto ad un euro i periodici “Novella 2000”, “Astra”, “Visto”, “Ok salute” ed il sistema enigmistico alla Prs di Alfredo Bernardini di Pace; un euro, il prezzo di un caffè, e tutto il pacchetto è passato di mano, dal gossip, agli influssi delle stelle, dai consigli per rimanere sani di Veronesi ai rebus ed alle sciarade. Costerà più comprare una copia in edicola per vedere seni al vento e tanga mozzafiato di conduttrici, veline e politiche, che mettersi al timone di comando di quelle che furono testate storiche. Rcs perde i soldi, ma non lo stile, le trattative continuano nei salotti buoni della Milano che fu da bere. Le differenze sono roba da poco, una volta circolavano i denari, o meglio le garanzie delle banche, tanto si giocava in casa, oggi si compensano debiti e crediti, la sostanza è che il soldo in alcuni ambienti non circola, peccato veniale da piccoli imprenditori di provincia vietato a chi fa affari con il più grande gruppo editoriale italiano. Silenzioso il grande sindacato dei giornalisti così unitario da ricordare il partito che fece della rivoluzione della cultura il proprio vessillo. Ma quello che resta è un euro, il valore simbolico dell’azzeramento di ogni valore nell’editoria italiana. Un euro, e si riparte.