Il giornalismo online è una realtà affermata, e se ne sono accorti anche i giurati del Premio Pulitzer, il più importante riconoscimento per un giornalista americano. Le acque si erano già smosse due anni fa, quando il sito Propublica.org aveva ricevuto un premio nella sezione del giornalismo investigativo. Ma in quel caso la testata era legata ai media tradizionali, mentre in questa occasione hanno vinto i siti Huffington Post e Politico.com, che si distinguono per essere presenti solo in rete. Il noto aggregatore di notizie, fondato da Arianna Huffington nel 2005, ha vinto il premio nella categoria “National Reporting” per il reportage “Beyond to battlefield”, incentrato sulla vita dei soldati americani tornati dai conflitti bellici in Iraq e Afghanistan. Il 66enne David Wood ha passato nove mesi con i soldati, rimasti gravemente feriti sia nel corpo che nello spirito, per tracciare un ritratto della guerra e delle sue conseguenze. Politico.com, che principalmente si occupa di affari interni, ha vinto un premio per le vignette satiriche di Matt Wuerker. Nelle sue illustrazioni, il giornalista descrive i conflitti esistenti all’interno della società politica americana. La vittoria dei new media è stata accolta con soddisfazione della stampa americana, consapevole che il mondo è cambiato notevolmente con lo sviluppo dei servizi digitali.
Nella categoria “International Reporting” ha vinto Jeffrey Gettleman, giornalista del NY Times, per un’accurata panoramica sui conflitti dell’Africa Orientale. L’indagine di Gettleman si concentra su Kenya, Congo, Somalia, Sudan ed Etiopia, paesi nei quali lo stesso giornalista ha rischiato più volte la vita. L’altro riconoscimento per il Times è arrivato nella categoria “Explanatory Reporting” grazie all’articolo di David Kocieniewki sugli stratagemmi fiscali adottati dai ricchi per eludere le tasse. Associated Press ha vinto nella categoria “Giornalismo investigativo” per un’inchiesta sulla polizia di New York, rea di aver creato una rete di sorveglianza attorno alla comunità islamica della città. Le ricerche dell’agenzia hanno mobilitato addirittura il Congresso, che ha aperto un’indagine federale sull’attività degli organi di polizia.
Il premio per il “Miglior articolo” è andato a Eli Sanders, distintosi per aver raccontato con originalità e concisione un terrificante episodio di cronaca. Nelle sottocategorie (relative ai migliori articoli di commento e di critica) hanno trionfato Mary Schmich del Chicago Tribune e Wesley Morris, quest’ultimo per l’intelligenza con cui si dedica alla critica cinematografica. Merita una menzione anche il riconoscimento per “la migliore fotografia dell’ultima ora”. Se l’è aggiudicato l’afgano dell’Agenzia France Presse Massoud Hossaini, che ha immortalato una bimba in lacrime tra i corpi insanguinati delle persone uccise a Kabul nell’attentato kamikaze avvenuto a dicembre.
Di seguito ecco tutti i premi assegnati per il giornalismo:
Servizio pubblico: Philadelphia Inquirer
Giornalismo dell’ultima ora: The Tuscaloosa New Staff
Giornalismo investigativo: Associated Press
Giornalismo illustrativo: David Kocienevski (New York Times)
Giornalismo locale: Sara Ganim e i membri del Patriot News Staff
Giornalismo nazionale: David Wood (Huffington Post)
Giornalismo internazionale: Jeffrey Gettleman (New York Times)
Articolo: Eli Sanders (The Stranger)
Articolo di commento: Mary Schmich (Chicago Tribune)
Articolo di critica: Wesley Morris (Boston Globe)
Editoriale in fumetto: Matt Wuerker (Politico.com)
Fotografia dell’ultima ora: Massoud Hossaini (France Press)
Fotografia: Craig Walker (Denver Post)
Giuseppe Liucci
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