Dopo appena tre mesi è già in dubbio il futuro di Pubblico, il quotidiano fondato da Luca Telese. Che ora deve affrontare lo sciopero dei redattori, in protesta contro le modalità scelte dall’editore per comunicare lo stato di crisi.
La conferma è arrivata da un comunicato sindacale dell’assemblea di redazione pubblicato sul sito del quotidiano domenica 16 dicembre. A finire sotto accusa è l’azienda che, è scritto nella nota diffusa, «con una tempistica inaccettabile, ha comunicato che la tenuta economica è grave al punto da palesare già nei prossimi giorni uno scenario di messa in liquidazione della Pubblico edizioni srl». Ma quanto grave per un giornale che ha praticamente appena debuttato? Molto, se verrà confermata l’indiscrezione che in tre mesi è stato interamente bruciato il capitale iniziale di 650 mila euro. E soprattutto se non si trova nessuno degli attuali azionisti disposto a mettere denaro fresco.
I redattori di Pubblico hanno spiegato che «alla vigilia di un consiglio di amministrazione e di una assemblea dei soci che dovranno decidere il futuro di circa 30 lavoratori e di tutti i collaboratori», non hanno ricevuto «nessuna certezza né garanzia su cosa verrà dopo». E hanno spiegato di non accettare di «essere liquidati in modo così brutale». «Davanti abbiamo mesi cruciali e una campagna elettorale decisiva per il futuro del Paese», prosegue il comunicato, «noi vogliamo esserci. E per esserci abbiamo il dovere di far fronte alla situazione di difficoltà che il nostro giornale vive in queste ore con la stessa dignità e lo stesso coraggio delle persone che abbiamo raccontato in questi mesi».
Per protestare, l’assemblea dei redattori del quotidiani ha spiegato che «Pubblico non sarà in edicola lunedì 17», e che «domenica 16 il sito non è aggiornato».
«Scioperiamo», conclude il comunicato, «in difesa del nostro lavoro, di queste pagine e della possibilità di continuare a scriverle, senza perdere diritti e dignità». intanto, in attesa del ceda che metterà in liquidazione la società, Telese sta ceracndo un cavaliere bianco disposto a subentrare nell’impresa.