Il prof. Acquisti, in un incontro al CNR di Pisa organizzato da Federprivacy, ha presentato i suoi ultimi studi in cui prospetta una “lotta alla difesa della privacy” con i giganti del web che sapranno tutto di noi, e che già oggi stanno rivoluzionando il nostro concetto di riservatezza Firenze, 20 giugno 2014 – Sono scenari inquietanti, quelli previsti dal prof. Alessandro Acquisti per i prossimi anni, che vedranno non solo i governi che ci spiano per ragioni di sicurezza, ma anche le aziende che saranno in grado di conoscere e studiare ogni nostro gusto, proponendoci prodotti e servizi che ci piacciono “ancora prima che noi stessi lo sappiamo” e senza che ce ne rendiamo conto, e a proporceli in uno spot pubblicitario sul web potrà essere non una star dello spettacolo o dello sport, ma un volto “ibrido” che ci risulterà inconsciamente accattivante perchè ottenuto artificialmente dalla combinazione grafica dei nostri stessi tratti somatici e quelli di un nostro caro. Già al 4° Privacy Day Forum, Acquisti aveva mostrato come attraverso un software di riconoscimento facciale fosse possibile identificare gli utenti di Facebook semplicemente da un’immagine del loro viso e conoscerne molte informazioni personali, spesso dati sensibili, nonchè gli effetti spesso sottovalutati che questi possono produrre su chi ne viene a conoscenza, come ad esempio un direttore del personale che può essere facilmente indotto a dare un posto di lavoro ad un candidato o a scartarne invece un altro. Ciò che è emerso dall’incontro che si è svolto durante l’incontro di ieri al CNR di Pisa, è che ciò si paventa per il futuro della nostra privacy, è in realtà già realizzabile in buona parte oggi grazie alla combinazione delle nuove tecnologie di cloud computing e riconoscimento facciale, e che attualmente i giganti del web possono approfittare di un “gap normativo” che attende di essere colmato con l’introduzione del nuovo regolamento sulla protezione dei dati personali, attualmente in discussione al parlamento europeo. “Negli scorsi anni abbiamo spesso descritto la nostra era tecnologica come una sorta di Grande Fratello globale, ma le evoluzioni tecnologiche stanno andando oltre quanto avevamo immaginato – ha detto il presidente di Federprivacy Nicola Bernardi durante l’incontro – Gli scenari di realtà aumentata e le tecniche di riconoscimento facciale utilizzate in larga scala non solo dai governi, ma anche dai giganti del web, e perfino dagli stessi utenti, stanno prefigurando ormai una vera e propria “lotta per difendere la privacy” che rischiamo di dover combattere da soli. Infatti dal gennaio 2012 è in discussione a Bruxelles un nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati che attende ancora di essere approvato, e che qualora non entrasse in vigore a breve, poichè il progresso della tecnologia non starà ad aspettarci, rischierà di diventare obsoleto prima ancora di essere introdotto, e in tal caso dovremo prepararci non tanto a un grande fratello globale, quanto a un “far west globale” senza regole che tutelino in modo efficace la nostra privacy. Nella seconda parte della lezione, l’Avv. Luca Bolognini, presidente dell’Istituto Italiano per la Privacy, ha invece messo in evidenza come l’era dei Big Data e della realtà aumentata, porterà anche ad una rivoluzione del diritto, aprendo dilemmi sulla corretta applicazione di tanti principi giuridici nella realtà virtuale e che tradizionalmente sono oggi associati a comportamenti adottati generalmente nella vita reale, come il reato di stalking che potrà invece diffondersi ampiamente nelle relazioni online, o il trattamento illecito di dati, punito anche con la reclusione dal Codice Privacy per la raccolta di dati senza informativa e consenso preventivo dell’interessato, ma che con i “google glass” o delle lenti a contatto evolute collegate al web, diventerà un’ operazione comune ed automatica semplicemente guardando le persone che incontriamo per strada attraverso i “google glass” o addirittura un paio di lenti a contatto evolute collegate al web che ci daranno molte informazioni, anche sensibili, ricavate dal volto dell’interessato, senza neanche che questo ne venga a conoscenza. Scenari quindi da “Datageddon”, che rappresentano una sfida per i governi che dovranno affrontare partendo dall’approvazione del nuovo pacchetto normativo sulla protezione dei dati, che vedrà l’Italia in un ruolo cruciale nei prossimi mesi durante il semestre di presidenza nella UE. (ADN)