La Procura di Milano non ‘molla’ sulla vicenda Google, caso giudiziario dai risvolti internazionali che, lo scorso febbraio, aveva portato alla condanna per violazione della privacy di tre manager del motore di ricerca, accusati di non aver impedito che un video, che mostrava un minore disabile insultato e vessato dai compagni di scuola, fosse caricato in Rete.
Il procuratore aggiunto Alfredo Robledo e il pm Francesco Cajani hanno, infatti, presentato ricorso in appello per chiedere che i responsabili del famoso internet provider, i quali, secondo l’accusa non si adoperarono per togliere il filmato da Google Video (dove rimase per circa due mesi, nel 2006), vengano ritenuti colpevoli anche di diffamazione. L’accusa era stata ‘cancellata’ dal giudice monocratico della quarta sezione penale, Oscar Magi, che, il 24 febbraio scorso, aveva inflitto 6 mesi di reclusione (pena sospesa) ai tre responsabili di Google, ma per la sola imputazione di violazione della privacy. Un quarto manager, imputato solo di diffamazione,era stato assolto.
“Continuiamo a ritenere che questo processo sia molto importante per la libertà di espressione sul web in Italia e difenderemo con decisione i nostri colleghi in appello”. Così i responsabili di Google spiegano, con un comunicato, la decisione di ricorrere in appello.
I legali dei manager di Google, gli avvocati Giuliano Pisapia e Giuseppe Vaciago, hanno presentato i motivi d’appello per chiedere l’assoluzione, mentre la Procura di Milano ha fatto ricorso per chiedere la condanna anche per l’accusa di diffamazione, ‘cancellata’ dal giudice in primo grado.
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