Quasi tutti gli italiani (96,2%) considerano inviolabile il diritto alla privacy e pensano che sia un elemento imprescindibile dell’identità, pur nei grandi cambiamenti dovuti alla diffusione di Internet e media digitali. Emerge da una ricerca del Censis. L’88,4% degli italiani è consapevole che i colossi del web come Google e Facebook possiedono gigantesche banche dati sugli utenti. E il 60,7% ritiene che il possesso di un gran numero di dati rappresenti un enorme valore economico. L’88,4% degli italiani è consapevole che i grandi operatori del web, come Google e Facebook, possiedono gigantesche banche dati sugli utenti. La maggioranza pensa che i dati personali siano un patrimonio che può essere sfruttato a scopi commerciali (72,3%) o politici (60,5%). Il 60,7% ritiene quindi che il possesso di un gran numero di dati rappresenti un enorme valore economico. E il 51,6% è convinto che in futuro il potere sarà nelle mani di chi deterrà il maggior numero di dati personali. Tra gli utenti di Internet, il 93% teme che la propria privacy possa essere violata online e il 32% lamenta di avere effettivamente subito danni, ma nella maggior parte dei casi si tratta della ricezione di materiale pubblicitario indesiderato. La legislazione vigente in materia di privacy è ritenuta soddisfacente soltanto dal 7,5% degli italiani connessi in rete, mentre è pari al 54% la quota di chi giudica necessaria una normativa più severa. Ma il 24,5% è scettico, perché pensa che oggi sia sempre più difficile garantire la privacy. ”Come successo per la difesa dell’ambiente, occorre far crescere una cultura della difesa dei dati personali contro la minaccia cibernetica – ha commentato Soro -. La bulimia di trasparenza, che per certi aspetti è considerata un elemento virtuoso, è d’altra parte un processo da cui occorre rientrare. Occorre un concorso dei singoli individui e delle istituzioni e non sarà facile trovare le tecniche più adatte”.