Sembrava un argomento ormai caduto nel dimenticatoio, invece eccolo riaffiorare a galla. Parliamo del Redditometro, e delle consuete polemiche sul rischio privacy per i contribuenti in seguito ai controlli fiscali sul conto bancario e altri dati da confrontare. Al centro dell’ultima querelle la decisione del Tribunale di Napoli di annullare per vizio di forma una precedente sentenza dei colleghi di Pozzuoli. Il Tribunale della cittadina partenopea aveva dato ragione a un pensionato che riteneva l’intervento dell’Agenzia delle Entrate troppo invasivo (lo ricordiamo, il Redditometro confronterà i conti aperti presso banche online, come Banca Ifis, o tradizionali, come UniCredit, con altri dati sulle spese). Peccato però che, secondo la Corte di Napoli la decisione spettasse a una Commissione Tributaria, come accade per le materie fiscali, e non a un tribunale ordinario. Punto e a capo dunque, per questo e altri procedimenti analoghi. Lo stop temporaneo non esclude infatti che gli esposti contro l’Agenzia delle Entrate si ripetano, sebbene negli uffici competenti. Anche perché, e in Italia questo aspetto non va mai sottovalutato, a breve dovrebbe arrivare dal Ministero dell’Economia la circolare che spiegherà come applicare lo strumento di controllo. Nuovi scontri in tribunale potrebbero dunque vertere, più che su vizi di forma, sul metodo operativo usato dal Fisco per gli accertamenti anti-evasione. Non c’è ancora una data precisa, ma c’è da scommettere che la questione non si chiuderà qui.