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PRIVACY DEI DEPUTATI TUTELATA: LO DOVRÀ GIURARE IL ‘FOTOGRAFO PARLAMENTARE’

Dopo le polemiche sulle foto e le riprese dei comportamenti dei deputati, si è deciso di creare la figura del “fotografo parlamentare” che avrà una propria associazione, analoga a quella della stampa parlamentare, e un codice di autoregolamentazione, concordato con la Camera. Lo ha stabilito l’ufficio di presidenza. I fotografi si distribuiranno sulle tribune che guardano ai diversi settori dell’Aula, con un criterio di rotazione. La mancata osservazione delle regole comporterà la cancellazione dall’elenco dei fotografi parlamentari e il ritiro del relativo tesserino. Le nuove regole andranno in vigore martedì prossimo.
La questione era già stata oggetto di varie dichiarazioni dei deputati, molti dei quali si erano detti contrari all’oscuramento, come Gabriele Albonetti del Pd e Antonio Di Pietro: «Credo che le limitazioni ai media nel seguire i lavori dell’Aula non abbiano alcun senso». Persino Enrico Letta, la vittima più recente dei teleobiettivi, aveva bollato come «irricevibili» le proposte di eventuali divieti. Eppure, la decisione dell’Ufficio di Presidenza ha ottenuto la maggioranza con la sola astensione del vice presidente Antonio Leone (Pdl) e dell’esponente del Carroccio Giacomo Stucchi. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, avrebbe definito il lavoro svolto dai questori «particolarmente equilibrato» e, secondo quanto si apprende, a chi invocava norme più severe avrebbe risposto con un: «non convengo perché i deputati sono personaggi pubblici e l’Aula è un luogo pubblico. Immaginate una piazza. Non si può evitare che venga fotografato un deputato che dorme sul banco».
In pratica gli operatori si impegneranno a «non utilizzare gli strumenti di ripresa fotografica per cogliere comportamenti che non risultando essenziali per l’informazione sullo svolgimento dei lavori parlamentari» e che dunque si «risolvano in un trattamento di dati personali non consentito, con conseguente violazione della privacy ovvero in una lesione del diritto alla riservatezza delle comunicazioni».
Ma chi avrà il compito e il potere di giudicare l’operato degli operatori e quindi di decidere la conseguente eventuale cancellazione dall’elenco dei soggetti autorizzati ad accedere alla tribuna stampa? Il testo fa solo un accenno: «la competenza potrebbe essere attribuita al collegio dei questori della Camera».

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