Sì del Garante privacy sulla bozza dell’ultimo dei decreti attuativi che regolamentano la banca nazionale del Dna [doc. web n. 6163803]. L’Autorità ha chiesto tuttavia maggiori garanzie sull’aggiornamento dei dati, sulla cancellazione di quelli riferibili a persone assolte con sentenza definitiva e regole chiare per l’accesso alle informazioni da parte delle istituzioni nazionali.
Il testo, predisposto dal Ministero dell’interno di concerto con il Ministro della giustizia, definisce le modalità di cancellazione dei profili genetici, di distruzione dei campioni biologici, di immissione e aggiornamento e conservazione dei dati delle persone censite, come i condannati in via definitiva o chi è stato sottoposto a misure cautelari per reati dolosi gravi (ad esempio la violenza sessuale o la rapina).
Con questo ultimo atto sarà finalmente data piena attuazione alla disciplina necessaria per lo scambio dei dati sul Dna per le finalità di cooperazione transfrontaliera soprattutto nella lotta al terrorismo e alla criminalità internazionale.
Proprio per la delicatezza dei dati trattati, lo schema è stato sottoposto all’analisi del Garante, il quale ha espresso parere favorevole, ma ha segnalato l’esigenza di apportare alcune modifiche che garantiscano il pieno rispetto dei principi individuati dalla normativa privacy.
In particolare l’Autorità ha chiesto che le informazioni genetiche e gli altri dati personali contenuti nella banca dati siano aggiornati costantemente – anche alla luce delle comunicazioni processuali – e non in base a intervalli predeterminati, così da garantirne sempre l’esattezza. A tal proposito ha segnalato la necessità di cancellare prontamente tutti i dati riferibili a chi è stato assolto con sentenza definitiva perché il fatto non sussiste, perché l’imputato non lo ha commesso, perché il fatto non costituisce reato o perché il fatto non è previsto dalla legge come reato.
Nel provvedimento l’Autorità ha anche segnalato l’importanza di fornire un’adeguata informativa alle persone i cui profili sono registrati in banca dati.
Il Garante ha infine evidenziato la necessità di chiarire le regole che impongono la cancellazione di un profilo di Dna, di specificare dove saranno memorizzate le informazioni, e di individuare con maggiore precisione quali siano i soggetti nazionali che hanno il diritto di accedere a dati così delicati.
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