Dal Consiglio dei ministri arriva l’approvazione preliminare del disegno di legge sull’editoria, che passa all’esame della Conferenza Stato-regioni. Un provvedimento, spiega il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Ricardo Levi, che «ha l’ambizione di dare organicità alla materia, dopo 60 anni di interventi occasionali, in risposta a emergenze». Ricardo Levi ha spiegato che «il testo parte dal ddl Bonaiuti, che nella scorsa legislatura non era arrivato all’approvazione finale del Parlamento, ma aveva goduto di consenso trasversale, nella tradizione di un appoggio che oggi diremmo bipartisan sui temi dell’editoria».
Il provvedimento, in 32 articoli, tratteggia la nuova disciplina dell’editoria e delega al Governo a emanare un testo unico sul riordino della legislazione nel settore editoriale.
Previsto il divieto e la rimozione di posizioni dominanti o comunque lesive del pluralismo. Sarà compito dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni accertare «l’esistenza di posizioni dominanti o comunque lesive del pluralismo nel settore editoriale e in ciascuno dei mercati rilevanti che lo compongono». Sempre all’Authority sarà affidato il compito di inibire la prosecuzione di posizioni dominanti e ordinarne la rimozione. Se risultasse indispensabile la dismissione di aziende o di rami di azienda, fisserà un termine non inferiore a 6 mesi e non superiore a 18 mesi, entro il quale gli interessati debbono provvedere alla dismissione. Inoltre le imprese in posizione dominante perdono il diritto alle provvidenze. Possibili anche sanzioni pecuniarie amministrative non superiori al 5% del fatturato.
Concessi contributi diretti all’editoria quotidiana e periodica in favore di cooperative giornalistiche, imprese editrici di quotidiani e periodici, anche su internet, riconosciuti da forze politiche che abbiamo almeno un gruppo parlamentare o almeno due europarlamentari, a imprese editrici la cui maggioranza delle azioni sia detenuta da cooperative, fondazioni o enti moralis senza fini di lucro, imprese editrici di giornali quotidiani realizzati in lingua francese, tedesca, ladina e slovena ed editi in Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, imprese editrici che editino da almeno 5 anni quotidiani pubblicati e diffusi all’estero. Novità anche sul fronte della pubblicità, con l’abolizione della sovracommissione. «Nessun pagamento – spiega Ricardo Levi – per la pubblicità potrà arrivare da parte degli editori ai pubblicitari». L’articolo 11 del provvedimento recita che «gli esercenti attività di intermediazione
sulla pubblicità non possono ricevere alcuna remunerazione o vantaggio da parte di soggetti diversi dai committenti».
Previsto un fondo per l’editoria periodica, agevolazioni per la spedizione di quotidiani, periodici e Libri, estensione del credito di imposta per investimenti finalizzati all’innovazione. Nel provvedimento è previsto anche un fondo di 5 milioni di euro l’anno per la mobilità e la riqualificazione professionale dei giornalisti, l’armonizzazione dei regimi previdenziali, l’osservatorio per l’occupazione nell’editoria, la distribuzione di quotidiani nelle scuole.
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