Si è svolta oggi l’udienza lampo della VI sezione penale del Tribunale di Roma per l’accusa di peculato a carico dell’ex direttore del Tg1, Augusto Minzolini, in relazione alle spese sostenute con la carta di credito aziendale. La difesa del giornalista ha depositato una lettera della casa editrice La Stampa, quotidiano per il quale Minzolini ha lavorato come inviato per circa dieci anni, nella quale si spiega che il giornalista poteva utilizzare una carta di credito aziendale con lo stesso massimale di 5 mila euro al mese della carta Rai, senza l’obbligo di dover indicare quali fosse i suoi commensali nelle ricevute delle spese per i pranzi, così come invece dal 2003 chiede l’azienda di viale Mazzini.
La Rai ha deciso di costituirsi parte civile nel processo. Decisione che ha lasciato ”perplesso” Minzolini, che era presente in aula. «Ricordo – ha aggiunto Minzolini – che la Corte dei conti ha archiviato il procedimento a mio carico perché ho restituito tutte le somme dovute. Io qui sono sotto processo non per delle spese ingiustificate bensì per non aver indicato le persone che hanno mangiato con me per motivi di lavoro ed alle quali io ho pagato il conto».
Tra i testi citati dalla difesa anche l’ex direttore Tg1, Clemente Mimum, che, secondo quanto afferma la difesa, quando era direttore del telegiornale Rai ha utilizzato la carta aziendale con le stesse modalità di Minzolini. La prossima udienza è stata fissata per il 24 maggio.
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