Presunzione d’innocenza, scende in campo l’Ordine nazionale dei giornalisti che ha riferito di aver istituito un coordinamento nazionale sui temi al centro della riforma affidata al decreto di riforma. Il consigliere nazionale Gianluca Amadori coordinerà i lavori del coordinamento con l’obiettivo di consigliare e spiegare, restando vicini e al loro fianco, dei cronisti di nera e giudiziaria. Il coordinamento servirà, dunque, a fornire materiale, idee, a incentivare il confronto e il dibattito, sulle differenti iniziative che a livello regionale sono state e saranno assunte dagli ordini regionali. Il coordinamento, inoltre, servirà ad aiutare quelle dislocazioni regionali che non hanno ancora attivato i tavoli di confronto con la magistratura locale.
Tra i diversi temi, già affrontati e tuttora in cima all’agenda politica, c’è il rischio di censura, evocato mesi fa dal consiglio regionale delle Marche “E’ evidente che la valutazione dell’interesse pubblico dei fatti passa dai media nelle mani della magistratura. Gli stessi nomi degli arrestati potrebbero venir meno se l’autorità giudiziaria in virtù della presunzione di innocenza e della presunta non rilevanza, decida di non svelarli, cancellando d’un colpo la funzione di controllo della stampa sull’attività delle pubbliche autorità. E quali sono i confini dell’interesse pubblico che verranno adottati?”.
E ancora. “In pratica si verifica una selezione delle notizie a monte che rischia di non rispondere ai criteri di “trasparenza e comprensibilità dell’azione giudiziaria ritenuti nel 2017 dallo stesso Consiglio superiore della magistratura come valori che discendono dal carattere democratico dell’ordinamento e che non confliggono con il carattere riservato, talora segreto, della funzione”. “Il Csm auspica sì un intervento in materia di rapporti tra magistrati e mass media, ma finalizzato “a garantire che i media abbiano un corretto accesso alle notizie sull’azione del pubblico ministero e sull’esercizio della giurisdizione”.
Adesso tra gli argomenti di più stringente dibattito c’è quello inerente il diritto all’oblio. L’Ordine dei Giornalisti lancia l’allarme sulla “norma sul diritto all’oblio a seguito dell’approvazione della legge 134 del 2021, che introduce un pericoloso automatismo nella “cancellazione” delle notizie dalla Rete”. L’Odg ha riferito che “il decreto di archiviazione e la sentenza di non luogo a procedere o di assoluzione costituiscano titolo per l’emissione di un provvedimento di deindicizzazione che, nel rispetto della normativa dell’Unione europea in materia di dati personali, garantisca in modo effettivo il diritto all’oblio degli indagati o imputati.” Su questo fronte l’Ordine nazionale si è già attivato affinché il diritto dei cittadini di non restare oggetto per sempre delle cronache trovi applicazione nel rispetto del corrispondente diritto ad essere informati su fatti di interesse pubblico.
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