Il ministro alla Giustizia Carlo Nordio apre a una rimodulazione delle norme contenute all’interno del decreto sulla presunzione di innocenza che ha sollevato più di un tema di polemica tra i giornalisti e le istituzioni. Negli ultimi mesi, le denunce dei cronisti e delle associazioni di categoria si sono moltiplicate. La normativa rischia di comprimere, in maniera inaccettabile, la libertà di informazione e di stampa. Inoltre, un altro problema importante viene rilevato nei dubbi che attanagliano le stesse forze dell’ordine che, per queste ragioni, “chiudono” talora i rubinetti delle informazioni ai giornalisti.
Ma qualcosa, dunque, si sta muovendo. E secondo la Fnsi, la federazione nazionale della Stampa italiana, può essere la volta buona per ripristinare la libertà e i rapporti dei giornalisti e degli organi inquirenti. Il segretario generale Fnsi Raffaele Lorusso ha applaudito all’apertura di Nordio: “Va accolta con favore la disponibilità al confronto sui temi della libertà di informazione dichiarata dal ministro della Giustizia Carlo Nordio. Rivedere le norme sulla presunzione di innocenza, conciliando le esigenze di riservatezza delle indagini e di tutela delle persone con il diritto dei cittadini ad essere informati è un passaggio essenziale e urgente, anche in considerazione del rifiuto di fornire notizie su rilevanti fatti di cronaca che giunge quotidianamente da numerose Procure.
Per Lorusso: “La Fnsi è pronta fin d’ora a prendere parte al tavolo annunciato dal Guardasigilli per portare all’attenzione del ministro e delle altre parti coinvolte tutte le considerazioni già espresse, fra l’altro, in sede di istituzioni europee e nel corso di incontri avuti sui territori con i procuratori, e le difficoltà che, da quando è entrata in vigore la nuova norma, i cronisti devono affrontare ogni giorno proprio a causa di una errata interpretazione del principio di presunzione di innocenza”.
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