A sottolineare il perdurare di una crisi che attanaglia il settore ormai dal 2010 sono i dati contenuti nella relazione annuale dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Il 61% del fatturato arriva dalle tlc (32,033 mld, -7,7% sul 2013), il 27% dai media (14,331 mld, -3,2%) e il 12% dai servizi postali (6,039 mld, -2,3%). Il comparto comunicazioni incide sul Pil per il 3,3% ed è tutto in rosso, con perdite in doppia cifra per la rete mobile (-10,4%), per l’editoria in generale (-10,7%) e per i periodici in particolare (-15,8%). Un confortante segno “più” arriva solo dal comparto internet (+10% con fatturato di 1,632 mld) e dalla tv a pagamento (+1,4%, con fatturato di 3,370 mld), anche se è ancora la tv in chiaro a produrre i maggiori introiti (4,546 mld, -3,3% sul 2013). Dei quasi 8 miliardi fatturati nel 2014dal settore televisivo, 3,302 arrivano dalla pubblicità (oltre il 40%), 3,124 giungono da offerte a pagamento (circa il 37%) e 1,488 si riferiscono al canone Rai (19%). In questo mercato si conferma il predominio di tre gruppi che congiuntamente raccolgono quasi il 90% delle risorse: 21st Century Fox/Sky Italia (34,1%, +1,4% sul 2013); Mediaset (27,8%, -0,7%) e Rai (27,2%, -1,5%). Una situazione in cui l’Agcom denuncia una “elevata concentrazione” sia per quanto riguarda la tv gratuita (47% Rai e 35% Mediaset) sia per quanto riguarda la tv a pagamento (21st Century Fox/Sky Italia 80,2% e Premium 18,6%). Dei 32,033 mld fatturati dalle tlc, i ricavi degli operatori sono equamente distribuiti tra rete fissa e mobile: 16,44 mld arrivano dalla rete fissa (-4,9% sul 2013) e 15,593 mld giungono invece dalla rete mobile (-10,4%). Guardando alla rete fissa crescono del 2,4% i ricavi da servizi dati, crollano invece i servizi di telefonia vocale (-11,4%). Su rete mobile il traffico voce cresce del 5,9%. Nel 2014 la quota di mercato di Telecom Italia nei servizi a banda larga si attesta al 48%, riducendosi di quasi 10 punti percentuali in cinque anni.
Fonte parz: il velino
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