Forse qualcosa si muove per salvare in extremis il giornale di Rifondazione comunista. Domani, alle 11:30, nella sede del Partito, si terrà una conferenza stampa per spiegare le cause della sospensione dell’uscita di Liberazione ed illustrare le proposte di rilancio dell’editore-partito. All’incontro saranno presenti Paolo Ferrero (foto), segretario di Rifondazione comunista, Marco Gelmini, amministratore di Mrc editore (società editrice di Liberazione) e Dino Greco, direttore di Liberazione.
Fino a questo momento la società editoriale Mrc si era opposta ad ogni tentativo di soluzione costruttiva e di proposta di ulteriore sacrificio da parte dei lavoratori per evitare lo smantellamento del giornale e di tutta la redazione.
Proprio ieri, in una nota, i lavoratori e le lavoratrici hanno fatto sapere di aver firmato la richiesta di cassa integrazione «per evitare ulteriori difficoltà a colleghi già provatissimi (il mancato accordo avrebbe implicato complicazioni e ritardi nell’erogazione dell’ammortizzatore sociale)». «L’annunciata ripresa delle pubblicazioni – si leggeva ancora nella nota del cdr – appare persa nella nebbia. Non a caso Regione Lazio e Ministero del Lavoro si sono dovuti impegnare in una serie di accertamenti per verificare la credibilità di una “sospensione” che al momento sembra sine die, nonostante le opposte assicurazioni». «Nessun conforto ci deriva ormai dal rifinanziamento del Fondo per l’editoria per 120 milioni: risultato certamente ancora insufficiente, ma significativo, di una lotta che ci ha visto in prima fila. Ai tavoli sindacali abbiamo appreso infatti che il contributo maturato nel 2011 da Liberazione è stato interamente ceduto al Prc in cambio del denaro anticipato al giornale con il meccanismo della cessione di credito. Invano abbiamo chiesto che quel denaro fosse reinvestito nella ripresa di Liberazione».
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