Disaccordo tra Agcom e UE sulla riforma di Poste Italiane. Pomo della discordia è la frequenza dei recapiti. L’Autorità ha dato l’ok all’invio a giorni alterni per il 25% del territorio nazionale. La misura fa parte del piano industriale dell’ad Francesco Caio, studiato per razionalizzare i servizi postali. L’Europa non gradisce l’esclusione di circa 4000 comuni dal normale servizio di consegna della posta. L’Agcom ha comunque approvato le proposte di Caio e ha avviato una consultazione pubblica della durata di 30 giorni. Concordanza, invece, sulla reintroduzione della posta ordinaria. Varia il prezzo: Caio ha proposto una tariffa di 1 euro a lettera, ma il Garante lo ha fissato a 0,80 centesimi con la possibilità di arrivare a 0,95 entro fine anno. Rinviata la decisione sulla posta prioritaria. Così l’Agcom: “Il prezzo sarà fissato nel rispetto dei principi di equità e ragionevolezza prevedendo strumenti di verifica della qualità, anche attraverso un meccanismo di rimodulazione proporzionata verso il basso dei prezzi laddove dovesse essere riscontrato un degrado non occasionale della qualità con riferimento ai giorni di avvenuto recapito». Poste potrà comunque arricchire l’offerta con servizi innovativi a valore aggiunto, quali la tracciabilità, al fine di migliorare la certezza sui tempi di recapito” Nel 2015, in base al piano coordinato da Agcom, Mise e Poste Italiane, dovrebbero chiudere circa 400 uffici postali sul territorio nazionale. Le modifiche riguardano anche la riduzione degli orari di molti uffici. I tagli preoccupano le Regioni, che hanno rivendicato un ruolo attivo nel processo di razionalizzazione. A chiudere saranno prevalentemente gli uffici postali “sovrabbondanti” in comuni con bassa densità abitativa.
Giannandrea Contieri