Poste consegna giornali a giorni alterni, Zanotti: Morte certa

Poste Italiane è uno dei maggiori canali di distribuzione dei giornali e dei settimanali cattolici. Ne parla, in un’intervista all’Avvenire, il presidente della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc), Francesco Zanotti

Il presidente della Fisc Francesco Zanotti totalmente contrario alla decisione delle Poste di consegnare giornali e settimanali a giorni alterni

La crisi dell’editoria non riguarda solo editori e redattori. Anche gli edicolanti ed il sistema della distribuzione sono parti estremamente importanti di tutta la filiera. Lo abbiamo ribadito più volte, ed a spiegare ancora una volta quanto e perché sia così importante ogni aspetto della filiera ci ha pensato il presidente della Federazione italiana settimanali cattolici Francesco Zanotti, in un’intervista rilasciata all’Avvenire (e disponibile a questo link) in cui analizza la decisione da parte delle Poste di consegnare i giornali a giorni alterni. Una decisione che mette seriamente a repentaglio i futuro di molti quotidiani e settimanali. “La diffusione dei giornali passa per almeno il 70-80% attraverso il canale di Poste Italiane. E questo grazie ai tanti nostri lettori che sottoscrivono l’abbonamento annuale. Abbonamento che dimostra un fortissimo legame tra lettori e giornale”, spiega il presidente della Fisc. Consegnare la posta ogni due giorni equivarrebbe alla “morte quasi certa dei giornali quotidiani e settimanali”.

“I nostri giornali sono ancora attesi, ogni settimana. Quando non arrivano con puntualità, giungono nelle nostre redazioni tante telefonate per chiedere informazioni e per protestare”. Zanotti parla del piano strategico di Poste Italiane e dell’ipotesi di riorganizzazione contenuta nella “Consultazione pubblica sull’attuazione di un modello di recapito a giorni alterni degli invii postali rientranti nel servizio universale” indetta dall’Agcom. La situazione già non era delle migliori ed il numero uno della Fisc spiega che rispetto alla qualità del servizio offerto dalle Poste “sono tantissime le proteste che raccolgo in quanto presidente. Il giornale è un lavoro che per compiersi del tutto ha bisogno di una catena di attori, da chi lo pensa e lo edita fino a chi lo distribuisce e lo fa giungere in casa degli abbonati che poi lo leggono e lo sostengono. Se un anello nella catena si interrompe, tutti ne soffrono. Purtroppo il nostro lavoro è così. Ogni settimana è così. Giungere con puntualità nelle case degli abbonati e in edicola costituisce un fatto per noi essenziale”.

Per tentare di dare un cambio di marcia la Fisc ha consegnato nei giorni scorsi un documento all’Agcom per chiedere audizione in cui si osserva che “il servizio delle Poste non può essere valutato per compartimenti stagni. Molti nostri abbonati sono anche titolari di depositi a risparmio e conti correnti con Poste italiane. Scontentarli dal lato della consegna del settimanale locale forse potrebbe avere qualche conseguenza anche su altri piani”. L’audizione è stata concessa per il 7 maggio, intanto la situazione vissuta già ora dai giornali dell’orbita Fisc è piuttosto paradossale perché, come ricorda lo stesso Zanotti, i nostri giornali vengono consegnati a singhiozzo, anche se per legge sono stati equiparati ai quotidiani: i settimanali con oltre 16 pagine devono essere consegnati il giorno dopo il ricevimento. Fu una nostra conquista di qualche anno fa, quando si fece la battaglia sulle tariffe postali. Una conquista non da poco. Se per legge i giornali verranno consegnati a singhiozzo, che succederà? Almeno oggi possiamo lamentarci della mancata consegna”.

Totale contrarietà alla consegna a giorni alterni, dunque, che porterebbe altri danni incalcolabili in un settore che già di suo non vive un bel momento. “Avremo poco altro da aggiungere. E diremo la stessa cosa al Governo, il 12 maggio, quando sarà finalmente convocato il tavolo per l’editoria, dopo il rinvio della riunione del 28 aprile. Per certi versi, certamente per noi e anche per Avvenire, la consegna a giorni alterni è quasi peggio del taglio dei contributi all’editoria.
Finché avremo voce, diremo le nostre ragioni”, conclude il presidente Zanotti.

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