Il fenomeno del gioco in rete è una realtà nota a tutti.
Sono sempre di più, d’altronde, gli utenti che non resistono al “clic e vinci”.
Tra i paesi coinvolti non manca ovviamente l’Italia, realtà in cui, secondo “Il Sole 24 Ore”, oltre il 50% dei giovani internauti si dedica al poker online.
Tuttavia, di pari passo con l’abitudine al gioco, procede anche il pericolo di incappare in sistemi poco sicuri per quanto concerne la sicurezza in rete con il serio rischio di perdere denaro in poco tempo.
Tra i paesi che, fino a non molto tempo fa, mettevano in guardia gli appassionati del gioco on-line su questo tipo di “pericolo” c’erano anche gli Stati Uniti.
Da alcuni mesi, però, alcuni stati americani hanno avviato una vera e propria inversione di marcia che ha sconfessato l’iniziale tendenza “guardinga” degli States.
Tutto è iniziato a febbraio, quando il poker online è stato legalizzato in Nevada.
Da lì la palla è passata al New Jersey e poi al Delaware, a loro volta intenzionati a emulare la strada presa da Carson City.
Il sistema di controllo dei giochi online del Nevada ha stilato una licenza di 30 giorni per consentire agli utenti di accedere al sito UltimatePoker.com. Il sito in questione è partner di Station Casino, società che opera in circa 16 casino di Las Vegas.
Sempre secondo l’accordo, i giocatori devono avere compiuto il ventunesimo anno d’età ed essere residenti nello stato in cui vige il regolamento.
Insomma le regole sono state stilate, ma verranno effettivamente rispettate e soprattutto cosa comporterà questa liberalizzazione del gioco?
Dati alla mano, ogni anno si stima che circa 10 milioni di Americani giochino al poker online e di pari passo cresce anche il numero di utenti che sviluppa una vera e propria “dipendenza” da questo tipo di pratica.
Nel 2010 una ricerca della Commissione di Scommessa ha stimato più di 450.000 scommettitori affetti da dipendenza negli Stati Uniti, con una contrazione di debiti della media di circa 17.500, 200.000 sterline, in aumento rispetto al 2007.
Dati allarmanti soprattutto alla luce degli ultimi provvedimenti che andrebbero ad incentivare questo tipo di “abitudini”.
Lo sottolinea il Gruppo statunitense anti-scommesse: “l’alleanza tra il governo ed il sistema di scommesse sta attivamente spingendo la gente a perdere denaro”.
Insomma c’è da augurarsi che le porte degli altri stati americani restino chiuse verso quello che è solo un modo illusorio di fare soldi e che di fatto accresce, alla fine, solo le casse dello Stato.
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