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Polillo (Aie): l’UE stabilisca principi condivisi su copyright e lotta al cyber crime

 

 

Da anni l’Italia sta cercando di approvare una normativa in grado di arginare il fenomeno, sempre più dilagante, della pirateria informatica e, al contempo, di tutelare la proprietà intellettuale.
Nonostante l’impegno, i recenti dati Istat, come avviene anche nel resto dei Paesi del Vecchio Continente, hanno registrato un netto aumento sia dei tentativi di intrusione esterna (+ 120% solo nell’ultimo anno) con conseguente violazione della privacy e di documenti riservati, e sia del copyright a danno degli autori, ai quali non viene corrisposto nessun compenso per l’accesso alla propria opera.
Per sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica, lo scorso 29 aprile l’Aie, con il sostegno dell’ENPA, European Newspaper Publisher Association e dell’EMMA, European  Magazine and Media Association, ha avviato una petizione nota come “Copyrightforfreedom”, una vera e propria mobilitazione on line con l’obiettivo di favorire la nascita e la diffusione di “nuove regole”, comuni in tutta l’Europa, che disciplinano il variegato e complesso mondo del web.
L’iniziativa, condivisa anche dalla FEP, Federation of European Publisher,  in pochi giorni ha avuto un ottimo riscontro tanto che il Parlamento Europeo si è rimboccato le maniche prendendo in esame l’ultimo documento che contiene nuove riforme a firma dell’europarlamentare Julia Reda, da 2 anni segretaria, in Germania, del partito dei Giovani Pirati.
Effettivamente la situazione è particolarmente preoccupante anche a causa del vuoto legislativo e della frammentazione che finiscono per favorire i crimini digitali nonostante gli aggiornamenti (e successive modifiche) apportati, negli ultimi tempi, alla legge di riferimento n° 547 del 23.12.1993 (seguita dalla Direttiva Europea 2001 sul copyright), ormai non più al passo con i tempi.
Secondo Marco Polillo, Presidente Aie, infatti, è giunto il momento che tale normativa sia completamente revisionata prevedendo sanzioni più severe soprattutto in caso di abuso di opere d’ingegno coperte dal copyright. Ma non solo. Bisogna riformare tenendo conto che oggi, più che mai, il settore dei media e quello dell’editoria in particolare, guarda sempre con maggiore interesse all’innovazione tecnologica e ai nuovi business model anti crisi che il web rende disponibili.
Massima priorità, quindi, alla ricerca di strategie efficaci ed attuabili in tempi brevi, orientate verso un mercato unico, capaci di offrire agli utenti regole certe e chiare consentendo, ad esempio, di effettuare transazioni cross-border in totale sicurezza, in qualsiasi Paese UE.
Rispetto alla bozza della Commissione Europea, l’Italia si spinge ancora oltre manifestando posizioni più decise ed intransigenti perché, soprattutto per quanto riguarda la tutela del diritto d’autore, si auspicano “soluzioni definitive” utili a preservare i contenuti, senza limitarne l’offerta, ma anche senza danneggiare economicamente l’autore.
Il Presidente è convinto, inoltre, che la pecca della proposta europea, seppur meritevole di plauso, è  quella di aver tralasciato alcuni aspetti fondamentali come l’utilizzo dei big data, spesso poco virtuoso da parte delle aziende e, più in generale, il legame che unisce “fornitori e fruitori” di contenuti, non sempre trasparente anche da un punto di vista fiscale, visto che viene trattato in maniera diversa da Stato a Stato.
Vision piuttosto distanti che però possono avvicinarsi e per le quali l’italia sembra pronta a dare il suo contributo arrivando ad avere un “ruolo chiave” nella definizione della stesura, tanto attesa, del testo finale che deve necessariamente recepire le attuali esigenze legate all’utilizzo dei nuovi sistemi multimediali ed essere espressione di una concezione molto più moderna di tutte le attività legate all’it.

 

 

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