È uscito il nuovo numero della rivista Diritto ed economia dei mezzi dell’informazione diretta dal professor Astolfo Di Amato edita da CCE (Centro Consulenze editoriali). Si tratta di un appuntamento imperdibile per tutti coloro che vivono l’editoria dall’interno e offrirà una bussola su alcuni (e spinosi) argomenti che sono al centro del dibattito e in cima alle preoccupazioni di tutti gli operatori del settore, dagli editori fino ai giornalisti.
L’editoriale firmato proprio dal direttore Di Amato è una preciso e puntuale allarme sul futuro del settore che rischia di portare al tracollo non solo un pezzo importante dell’economia locale e nazionale ma un aspetto decisivo e fondamentale di ogni democrazia: cioé il diritto all’informazione e quello al pluralismo. Di Amato, partendo da una recente pronuncia della Corte Costituzionale, da lui ritenuta troppo timida se non lontana dalla realtà, riannoda i fili di un discorso che – al di là di luoghi comuni che puntellano da anni le campagne elettorali – è di fondamentale importanza per il sistema democratico nazionale. Non si può lasciare l’informazione in balìa del mercato. Perché il rischio è quello di centralizzare e veder morire decine e decine di voci libere, autonome ed espressione di importanti centri culturali, politici e religiosi italiani. Più mercato, più internet meno protezione vuol dire meno libertà, meno professionalità e più fake news. Un rischio che non si può rischiare di correre.
Da non perdere il focus di Silvio De Stefano e Diego Mauri sulle dinamiche giuridiche che intercorrono relativamente alle tematiche inerenti il controllo tra imprese editrici e (presunti) illeciti sui contributi. Una visione che è troppo restrittiva e che, dunque, rischia di dare un colpo che il già traballante pluralismo dell’informazione italiana non può permettersi.
Spazio, poi, all’approfondimento sull’argomento che dovrebbe essere al centro dell’attenzione pubblica e che invece, per differenti ragioni, non lo è. Il 5G, la nuova frontiera della comunicazione è stata esplorata e della gara di assegnazione delle frequenze ne scrivono Gaetano Buccino e Alessandro Augurio.
Tiene banco, quindi, anche la questione economica con il ruolo (centrale) che recita la comunicazione per le start-up (a firma di Ciro Troise, Oreste d’Ambrosio e Domenico Ferrara) e un caso pratico relativo al Framework Nautilus (di cui scrivono Emilio Sassone Corsi e Ciro Troise), quindi gli approfondimenti sulle nuove frontiere informatiche e dei servizi, in special modo il cloud-computing, di cui si è occupato Elia Ferrara.
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