Editoria

Piccoli editori, si ridimensionano gli affari: l’Aie chiama il governo

L’appello degli editori di libri italiani è sempre lo stesso e risuona, una volta di più, dal palco dell’inaugurazione della kermesse Più Libri Più Liberi. Il presidente dell’Aie, l’associazione italiana degli editori, Innocenzo Cipolletta, chiede aiuto: “Gli editori italiani si apprestano a chiudere un 2024 difficile non solo a causa della congiuntura, ma anche per il mancato rinnovo o la modifica di strumenti di sostegno alla domanda che bene avevano funzionato negli anni precedenti”.

La considerazione di Cipolletta parte dai dati sull’editoria presentati proprio all’apertura dell’iniziativa libraria che si terrà a Roma. I numeri elaborati e pubblicati da NielsenIQ-Gfk sono di quelli che fanno pensare. E non poco. Nei primi dieci mesi di quest’anno, l’editoria cosiddetta del libro trade ha perso l’1,1%, tenendo presenti i dati di vendita sia delle librerie fisiche che di quelle online e della grande distribuzione. Il trend si traduce nella perdita di 1,7 milioni di copie per un fatturato, bruciato, stimato in circa dodici milioni di euro. Più di tutti, perdono i piccoli. Le case editrici con fatturato entro un milione di euro hanno perso circa il 5% (-4,9%), tra 1 e 5 milioni le quote scendono del 3,6% mentre oltre cinque milioni le perdite si fermano allo 0,7%. Per i grandi editori, invece, non è andata malaccio: crescono dello 0,3% e conquistano il 53,3% del mercato.

C’è tanto da fare, dunque. Per gli editori e per Cipolletta: “Il ripristino dei finanziamenti speciali per le biblioteche pari a 30 milioni l’anno annunciato dal ministro Alessandro Giuli è un primo segnale che arriva dal governo verso un necessario cambio di rotta. Ma chiediamo al ministro un ulteriore impegno, soprattutto sul fronte delle carte Cultura e del Merito per i neo-diciottenni, che non stanno funzionando come dovrebbero. E più attenzione proprio a chi più sente questo momento di crisi e quindi deve essere accompagnato e sostenuto con maggiore forza”.

Le considerazioni del presidente Aie sono rafforzate da quelle di Lorenzo Armando, presidente del gruppo dei Piccoli editori in seno alla stessa Aie: “I dati confermano il momento di difficoltà per i piccoli editori che hanno bisogno di politiche pubbliche industriali dedicate che siano efficaci e che permettano loro di continuare ad alimentare con le loro proposte il mercato. Serve anche uno sforzo di efficientamento della filiera. Il mercato editoriale ha nella coesistenza di piccole realtà e grandi gruppi una delle basi del pluralismo e del suo corretto funzionamento, a tutto vantaggio dei lettori. Basta girare per gli stand di questa Fiera per toccare con mano quanta parte dell’offerta editoriale, quante storie e idee sia necessario preservare”.

Luca Esposito

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