Philips ha deciso di abbandonare gradualmente il settore dell’elettronica di consumo e dell’hi-fi che per tanti anni ha costituito il suo vanto e il suo core business: la sua divisione audio (a partire da quest’anno) e quella video (dal 2017) verranno cedute all’azienda giapponese Funai Electric (che potrà continuare a utilizzarne il celebre marchio su licenza) per circa 200 milioni di dollari mentre in futuro l’attività della casa olandese si concentrerà su settori più redditizi come le apparecchiature mediche e sanitarie, i prodotti per la casa e gli impianti di illuminazione.
Nata come azienda produttrice di apparecchi radio negli anni Trenta del secolo scorso, Philips ha commercializzato anche i primi videoregistratori a cassetta e sviluppato supporti come il laserdisc e poi la altrettanto effimera DCC (digital compact cassette), per qualche tempo rivale del MiniDisc brevettato da Sony. Marchio leader nel settore degli apparecchi televisivi (oggetto l’anno scorso di uno spin-off), si era dedicata negli ultimi anni alla produzione e commercializzazione di televisori a schermo piatto, lettori Blu-ray e altoparlanti per iPod, senza riuscire però a cavalcare l’onda del Web e della digitalizzazione e pagandone le conseguenze sui conti economici: 355 milioni di euro di deficit solo negli ultimi tre mesi del 2012 (anche in conseguenza di una multa inflitta dalla Commissione Europea per avere istituito un cartello dei prezzi con aziende concorrenti).
L’amministratore delegato Frans van Houten ha commentato la vendita a Funai sostenendo che “si tratta di un passo importante nella trasformazione di Philips in una società tecnologica leader nel campo della salute e del benessere”. “Da quando esiste l’intrattenimento online”, ha tuttavia ammesso parlando con il Wall Street Journal, “nessuno comra più lettori Blu-ray e dvd”.
Insieme alla tedesca Polydor, la Philips ha controllato per molti anni una delle maggiori case discografiche del mondo, la Phonogram (poi PolyGram), successivamente inglobata da Universal.