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Perugia, falsi corsi per giornalisti. Alla sbarra il legale rappresentante della società che organizzava le lezioni.

Sognavano di diventare giornalisti e invece sono stati raggirati. La proposta era allettante: partecipare ad un corso ed accedere così all’iscrizione all’albo dei giornalisti dell’ Umbria. Costo del pacchetto poco più di 4800 euro. E invece alla fine non sono arrivate né l’iscrizione all’ Albo e nemmeno le retribuzioni per i “pezzi” pubblicati. Il raggiro. Per questo un 57enne originario di Napoli legale rappresentante titolare della società a cui fa capo la rivista per la quale i corsisti avrebbero dovuto lavorare è stato rinviato a giudizio per il reato di truffa. Secondo l’accusa il titolare della società organizzatrice dei corsi per giornalisti pubblicisti, “al fine diprocurare per sé o altri un ingiusto profitto, con artifici e raggiri consistiti nel pubblicizzare un corso di giornalismo, che dopo 5 settimane consentiva di pubblicare articoli retribuiti e al termine dello stesso l’iscrizione automatica all’albo dei giornalisti pubblicisti, a fronte del pagamento di 4.800 euro”. Sempre secondo l’accusa l’imputato avrebbe anche mentito rispetto alla propria identità, qualificandosi con un nome diverso alla giovane che poi ha denunciato la truffa. Tutto ha avuto inizio nel 2005 quando la ragazza, ma non sarebbe stata la sola, ha sottoscritto l’iscrizione al corso e il contratto di lavoro per la pubblicazione degli articoli proprio sull’inserto di “Era 2000”, rivista utilizzata secondo gli inquirenti per lo svolgimento dello stage. La ragazza ha versato prima un anticipo di 150 euro e successivamente altre somme per un importo complessivo di 1356 euro. Quando non ricevendo i dovuti compensi la giovane ha sporto formale denuncia sono scattate le indagini della Guardia di Finanza. E’ così emerso che oltre alle denuncia della corsista vi erano almeno un altro centinaio di ragazzi che stavano formalizzando lamentela. Erano insospettiti per il tipo di lezioni che venivano svolte, a loro detta troppo brevi e di scarsi contenuti e oltretutto tenute non da giornalisti professionisti.

L’ Ordine si è costituito parte civile. A costituirsi parte civile nel procedimento penale è stato anche l’ Ordine dei Giornalisti dell’Umbria che si è trovato costretto a valutare le innumerevoli istanze presentate dagli iscritti al corso che pensavano di poter ottenere il tanto agognato “tesserino”. Ma i requisiti non c’erano: mancavano le retribuzioni tali da garantire i due anni di collaborazione con una testata regolarmente registrata. L’Ordine quindi si è trovato costretto a valutare le tantissime richieste senza poterle accogliere con un aggravio di lavoro e spese burocratiche. E’ attesa per il prossimo 12 novembre la sentenza. Intanto questa mattina è stato sentito l’imputato difeso dall’avvocato Chiara Ferrari, che ha risposto alle domande dell’accusa e delle parti civili rappresentate dagli avvocati Cristina Rastelli e Simone Budelli.

fonte parz: tuttoggi.info

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