Tiziana Simula, cronista della Nuova Sardegna è stata sottoposta il 27 marzo a perquisizione all’interno della redazione olbiese del quotidiano. I carabinieri, in possesso di mandato, hanno sequestrato oggetti e documenti, computer, telefono personale della cronista. Le forze dell’ordine hanno inoltre perquisito la sua abitazione e l’automobile. La giornalista è stata trattenuta e interrogata per alcune ore nella caserma dei carabinieri di Olbia, dove avrebbe ricevuto comunicazione di un’indagine aperta nei suoi confronti. Secondo gli inquirenti, la cronista avrebbe pubblicato il 24 marzo alcuni articoli di cronaca giudiziaria riguardanti due magistrati del tribunale di Tempio Pausania e condotto indagini giornalistiche relative a un’inchiesta della Procura della Repubblica di Roma su presunti reati commessi da magistrati e avvocati del Tribunale di Tempio: dall’arresto del giudice Vincenzo Cristiano, alla maxi inchiesta sulle aste pilotate, con sei magistrati indagati, trasmesso qualche giorno fa dai magistrati sardi ai colleghi di Perugia. Nel dossier di 28 pagine della Procura di Tempio Pausania, l’ex presidente del palazzo di giustizia, Francesco Mazzaroppi accuserebbe l’ex procuratore Domenico Fiordelisi, di aver nascosto un fascicolo dell’inchiesta per bancarotta fraudolenta. Il procuratore Andrea Garau ha iscritto la giornalista Tiziana Simula nel registro degli indagati, per aver adoperato il documento del fascicolo, in violazione dell’art 326 del codice penale, che punisce la rivelazione di segreti d’ufficio da parte di un pubblico ufficiale. L’accusa a carico della giornalista, secondo La Nuova Sardegna, è infondata perché la reporter non è un incaricata dal pubblico servizio. L’assemblea dei redattori e il comitato di redazione del quotidiano sardo hanno condannato, con lo slogan #OraindagateciTutti, il gravissimo attacco alla libertà di stampa e quello personale, compiuto nei confronti della Nuova Sardegna e della collega Tiziana Simula, giornalista della redazione di Olbia da parte della Procura della Repubblica di Tempo Pausania. “La collega è stata destinataria di un provvedimento di perquisizione che ha riguardato la sede di lavoro, l’auto, l’abitazione, il computer, il telefono e la sua persona”. Nel provvedimento giudiziario si è paventata, se ritenuta necessaria, la perquisizione delle persone presenti in quel momento nella redazione del giornale – aggiungono i giornalisti -sottolineando ” che si tratta di un atto intimidatorio e gravissimo senza precedenti, rivolto a una collega che ha correttamente esercitato il diritto – dovere d’informazione con professionalità e serietà”. Ecco perché – si legge nel documento – “l’atteggiamento intimidatorio messo in atto dalla Procura di Tempio non potrà avere l’effetto di fermare il lavoro della collega, alla quale vengono espressi solidarietà e sostegno di tutta la redazione, ne il diritto dei lettori di essere puntualmente informati. La nuova Sardegna – ribadiscono cdr e giornalisti, “Non si è mai tirata indietro nel riferire notizie anche quelle che riguardano un potere dello stato quale la magistratura e continuerà a seguire questa linea in tutte le sedi opportune, compresa quella giudiziaria.
«Imputazione sconcertante, perché ipotizzata nei confronti di una giornalista, e per di più contestata da una Procura della Repubblica che non è neppure la titolare dell’indagine cui faceva riferimento l’ articolo», commentano in una nota congiunta Federazione Nazionale della Stampa Italiana, l’Associazione della Stampa Sarda, il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, l’Ordine dei giornalisti della Sardegna e l’Unione cronisti sardi.
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana, l’Ordine dei giornalisti e l’Associazione della Stampa Sarda hanno espresso preoccupazione per il gravissimo episodio e piena solidarietà alla giornalista indagata dalla Procura, per quello che considerano un gravissimo episodio di violazione del diritto dovere di cronaca e della libertà d’informazione.
«La pubblicazione di un esposto presentato da un privato cittadino alla magistratura, un documento che tecnicamente non può essere considerato coperto da segreto istruttorio, oggi ha dato occasione per un’inaudita intrusione delle forze dell’ordine e della magistratura nella redazione olbiese della Nuova Sardegna», affermano la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Associazione della Stampa Sarda, Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Ordine dei giornalisti della Sardegna e Unione cronisti.
“La sede del giornale – proseguono – è stata perquisita dai carabinieri che hanno sequestrato materiale, questo sì, garantito e protetto per legge dal segreto professionale. I militari, incaricati dalla Procura della Repubblica di Tempio Pausania, hanno infatti sequestrato alla cronista Tiziana Simula il telefono personale e i computer personale e professionale. Quest’ultimo contiene tutta la posta, tanto quella personale quanto quella riservata diretta alla redazione olbiese della Nuova Sardegna, dove lavorano sei giornalisti». La Federazione Nazionale della Stampa Italiana, l’Associazione della Stampa Sarda, il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, l’Ordine dei giornalisti della Sardegna, l’Unione cronisti sardi manifestano «la propria totale solidarietà e vicinanza alla collega Tiziana Simula e ai giornalisti della Nuova Sardegna. Il sindacato – conclude la nota – vigilerà sugli sviluppi della inchiesta ed è fin d’ora a fianco dei giornalisti sardi in una battaglia di civiltà e di democrazia».
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