La trattativa per il passaggio societario del quotidiano l’Unità alla società che fa riferimento alla Tosinvest della famiglia Angelucci è conclusa: manca solo la formalizzazione che dovrebbe avvenire a giorni, entro gennaio. Lo conferma la presidente della Nie, Marialina Marcucci, la quale annuncia che la data sarà decisa nelle prossime ore.
”Stupore e preoccupazione per il fatto che non sia ancora stata fissata una data certa per la firma dell’atto di compravendita” vengono espressi dal Comitato di Redazione dell’Unità che ”prende atto delle dichiarazioni della presidente della società editrice, Marialina Marcucci, secondo la quale la trattativa per il passaggio proprietario de l’Unità alla società che fa riferimento alla Tosinvest della famiglia Angelucci sarebbe già conclusa”.
Questa data, infatti, si legge nella nota del Cdr, ”già annunciata per il 20 di dicembre scorso, poi slittata ad una data entro il 13 e il 20 di gennaio, è stata ulteriormente rinviata”.
”Come ha già fatto presente l’assemblea dei redattori – aggiunge la rappresentanza sindacale – l’Unità è un giornale autorevole e apprezzato dai lettori, ma non può permettersi il lusso di ‘galleggiare’ in attesa che il potenziale acquirente sciolga dubbi che avrebbe già dovuto risolvere in molti mesi di discussione e analisi dei bilanci”.
”Qualora il continuo rinvio che si registra sia legato, in realtà, a diktat su piani editoriali e ipotesi di direzione del giornale che contraddicessero la collocazione de l’Unità nella realtà democratica e di sinistra del Paese, spostandolo in aree moderate e centriste, il Cdr – sottolinea la nota – riconferma che tale ipotesi rappresenterebbe una cesura con i lettori e
testimonierebbe che i possibili nuovi editori, già proprietari del quotidiano Libero, sono portatori di progetti che contraddicono le potenzialità di sviluppo del giornale fondato da Antonio Gramsci legate alla sua storia e alla sua identità”.
Il Cdr chiede alla presidente Nie, Marialina Marcucci, ”di farsi interprete con forza di queste preoccupazioni e di farsi carico fino in fondo della realtà che rappresenta il giornale che edita”.
”Tenendo conto che all’orizzonte si sarebbero profilate offerte di acquisto della testata alternative a quelle della Tosinvest – si legge ancora – queste, secondo il Cdr e i fiduciari delle redazioni di Milano, Firenze e Bologna, meritano un approfondimento attento nell’interesse della testata, del suo futuro e del futuro di chi ci lavora”.
Il Cdr ribadisce infine la propria richiesta di garanzie precise come la definizione di una Carta dei valori e l’istituzione di un comitato dei Garanti. Siamo al paradosso. Altro che casta politica. La vera è quella dei giornalisti.
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