Per “Le Monde” i lettori si riconquistano con la qualità dei contenuti

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Esiste una ricetta per i giornali per uscire dall’emorragia di lettori? Il “caso Le Monde”, riportato da Riccardo Luna su “La Repubblica”, merita attenzione. Negli ultimi anni la crisi è stata unidirezionale; a fronte della perdita di lettori e di incassi pubblicitari, gli editori sono andati tutti in un’unica direzione: tagliare i costi. E visto che il costo maggiore per un’impresa editoriale è quello del lavoro dipendente questo ha significato mandare a casa i giornalisti. Non è difficile capire come la strada più comoda spesso non sia quella migliore. Perché i giornali sono fatti di notizie e, futurismi alla Casaleggio a parte come i pc che scrivono, per trovare i fatti, raccontarli e commentarli servono persone. Razionalizzare le redazioni, adeguarle alla nuova domanda di informazione è una cosa. Tagliare per ridurre i costi significa incidere sulla qualità del prodotto; aprendo, quindi, un circolo vizioso che non può che disaffezionare ulteriormente i lettori rimasti. L’esperimento del direttore di “Le Monde”, Luc Bronner, è interessante; ha assunto nuovi giornalisti, in assoluta controtendenza; ed ha diminuito il numero degli articoli pubblicati. Ma il prestigioso giornale francese non ha applicato in versione privata il concetto di reddito di cittadinanza a pochi giornalisti francesi, assicurando uno stipendio per scrivere di meno; ma ha chiesto alla propria redazione di scrivere meglio, di approfondire, di approcciare con più attenzione ogni fatto in modo da riacquistare credibilità. Il risultato è stato un incremento a doppia cifra dei lettori sia per l’edizione web che per quella cartacea. Un dato che merita attenzione, perché torna in gioco un concetto di cui si sta perdendo la memoria: la qualità dei contenuti, la bella scrittura, l’attenzione ad ogni singola riga, la conoscenza dei fatti di cui si scrive. In altri termini, l’esperimento del giornale francese lascia intendere che forse esiste un modo per uscire dalla melma di questa difficile transizione al digitale: riaffermare la credibilità e l’affidabilità dei giornali con fatti concreti. Le chiacchiere possono rimanere nel web, primo o poi si diluiranno. 

Marina Pisacane

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