L’Aula di Montecitorio ieri ha dato il via libera definitivo al decreto liberalizzazioni. Il Governo ha accolto l’ordine del giorno n. 9/5025/2, di cui è primo firmatario l’onorevole Lazzari, sul sistema radiotelevisivo locale.
L’articolo 10 della legge n. 422 del 1993 prevede un Fondo di dotazione per il sistema dell’emittenza locale. Le ultime leggi di stabilità hanno sistematicamente ridotto questo Fondo a favore del sistema radiotelevisivo locale fino praticamente quasi ad annullarlo, con gravi ricadute, non solo sui bilanci delle aziende che operano in questo settore, ma anche sull’occupazione, in quanto nel settore in questione lavorano migliaia di persone direttamente e altre migliaia per quanto riguarda l’indotto. «Ci sono – ha spiegato l’onorevole Antonio Distaso (Pdl), tra i firmatari del’odg – pesanti ricadute, sia per quanto riguarda il sistema dell’informazione nel suo complesso, sia, appunto, per quello dei livelli occupazionali conseguenti. La questione incide, non solo sul sistema radiotelevisivo nel suo complesso, ma anche indirettamente sul sistema delle piccole e medie imprese, che trovano nell’emittenza locale un volano ed un veicolo di sviluppo per la propria attività imprenditoriale».
Accogliendo l’ordine del giorno il Governo si è impegnato, tra l’altro, a «varare, nei prossimi due mesi, norme a tutela del Fondo per l’emittenza locale, recuperando i tagli e riportando la capienza a 150 milioni di euro l’anno, a partire già dal 2011, e ad attuare una capienza di 270 milioni di euro dal 2014, secondo quanto previsto dall’articolo 10 della legge n. 422 del 1993».
Inoltre, il Governo, si è impegnato a: riequilibrare le percentuali di pubblicità degli enti pubblici da destinare ai vari mezzi di comunicazione; ad allargare gli obblighi di pubblicazione delle aste giudiziarie ai mezzi televisivi locali, abolendo il privilegio esistente in favore della carta stampata; ad assegnare le numerazioni Lcn nazionali e di genere (informazione, sport eccetera) a quelle tv locali che rispondono agli stessi requisiti delle reti nazionali, in termini di copertura, patrimonio netto e numero di dipendenti, abolendo il privilegio sinora assicurato alle sole tv nazionali di ottenere numeri favoriti sul telecomando; a prevedere risarcimenti per l’intero sistema televisivo locale, e non solo per quello già passato al digitale, per la vendita all’asta già avvenuta delle 9 frequenze; a prevedere, come prevede la legge, l’assegnazione di un terzo delle 27 frequenze coordinate alle emittenti locali privilegiando le emittenti che operano in Regioni soggette a forti interferenze di segnali provenienti dall’estero.
La Camera,
consapevole dell’importanza dell’emittenza locale in un sistema radiotelevisivo ispirato ai principi della libera manifestazione del pensiero e del pluralismo dell’informazione;
consapevole, altresì, della stretta correlazione fra lo sviluppo del sistema televisivo locale e la crescita della piccola e media impresa;
considerate le riduzioni sistematiche operate dalle ultime leggi di stabilità del fondo in favore dell’emittenza 422 del 1993, tagli operati a locale previsto dell’articolo 10 della legge n. bilanci chiusi e con effetto retroattivo in un momento già di forte difficoltà, originato dalla crisi dei mercati e dei consumi;
consapevole che gli effetti della crisi stanno producendo ripercussioni sulla stabilità finanziaria e industriale di molte emittenti che già hanno avviato forti riduzioni di personale e investimenti;
considerato l’imminente completamento del passaggio al digitale e alle numerose irrisolte questioni legate all’assegnazione di frequenze e canali,
impegna il Governo:
a varare nei prossimi due mesi norme a tutela del fondo per l’emittenza locale recuperando i tagli e riportando la sua capienza a 150 milioni l’anno a partire già dal 2011 e ad attuare una capienza di 270 milioni dal 2014 secondo quanto previsto dall’articolo 10 della legge n. 422 del 1993;
a consentire alle tv locali, già autorizzate nell’analogico, a continuare a diversificare parzialmente la programmazione per zone;
a riequilibrare le percentuali di pubblicità degli enti pubblici da destinare ai vari mezzi di comunicazione;
ad allargare gli obblighi di pubblicazione delle aste giudiziarie ai mezzi televisivi locali, abolendo il privilegio esistente in favore della carta stampata;
ad assegnare le numerazioni Lcn nazionali e di genere (informazione, sport eccetera) a quelle tv locali che rispondono agli stessi requisiti delle reti nazionali, in termini di copertura, patrimonio netto e numero di dipendenti, abolendo il privilegio sinora assicurato alle sole tv nazionali di ottenere numeri favoriti sul telecomando;
a prevedere risarcimenti per l’intero sistema televisivo locale, e non solo per quello già passato al digitale, per la vendita all’asta già avvenuta delle 9 frequenze;
a prevedere, come prevede la legge, l’assegnazione di un terzo delle 27 frequenze coordinate alle emittenti locali privilegiando le emittenti che operano in Regioni soggette a forti interferenze di segnali provenienti dall’estero.
9/5025/2 Lazzari, Fucci, Distaso, Di Cagno, Abbrescia, Barba, Vitali.