Sale l’attenzione sull’andamento dei conti del Gruppo 24 Ore da parte del suo primo azionista: Confindustia (67,5%). Dopo la semestrale 2012 che ha evidenziato un rosso di 8,4 milioni, le previsioni sul consuntivo di fine anno da parte degli analisti si erano attestate attorno ai 20-25 milioni. Tuttavia, le prospettive sarebbero peggiorate. Addirittura, secondo alcune fonti vicine alla società che edita Il Sole 24 Ore, anche in maniera significativa.
La situazione ha contribuito a irrigidire i rapporti tra il presidente di Viale dell’Astronomia, Giorgio Squinzi e l’amministratore delegato del gruppo, Donatella Treu. Il numero uno dell’associazione degli industriali avrebbe persino deciso di insediare (ma solo informalmente) un controller di sua personale fiducia negli uffici di Via Monterosa, con il compito di monitorare da vicino l’andamento della contabilità aziendale.
In questa situazione, avrebbe sottolineato Squinzi in un recente incontro con i vertici aziendali, si rischia di dover fare ricorso a un’operazione di aumento di capitale. Anche se, in alternativa, si preferirebbe sondare la praticabilità di un bond convertibile, tanto di moda in questo periodo. Squinzi nei giorni scorsi avrebbe anche avuto un faccia a faccia con il direttore del “Sole”, Roberto Napoletano.
L’idea di dover metter mano al portafoglio, chiaramente, non contribuisce a rasserenare il clima nei rapporti tra azienda e redazione (si veda lettera43.it del 31 luglio, Il Sole si spacca).
Oltre ad allertarlo sull’andamento dell’attività del gruppo sul fronte finanziario, Squinzi si sarebbe fatto portavoce anche del malumore diffuso tra gli iscritti alle territoriali di Confindustria. Troppa macro economia, troppe analisi su scenari internazionali e poca attenzione al territorio e alle storie degli stakeholder del giornale stesso.
Addirittura sarebbero tornati d’attualità i (recentemente soppressi) dorsi regionali. Gli iscritti alle territoriali dell’associazione degli industriali sembrano avere poco gradito la scomparsa degli inserti che settimanalmente raccontavano le vicende delle loro aree geografiche. La nuova formula, Imprese e Territorio, sarebbe troppo affogata nel giornale poco visibile e tenderebbe a privilegiare alcune aree al posto di altre (in particolare quelle meridionali).
Forse, a far nascere un rimpianto per i vecchi dorsi ha contribuito anche la notizia che Caltagirone punta proprio a questo segmento e che a tal fine abbia arruolato Osvaldo De Paolini, che lo scorso 17 settembre ha preso posto al Messaggero come vice direttore, lasciando MF e Class Editori.
De Paolini, infatti, dovrebbe curare la nascita di un prodotto di informazione economica locale da allegare alle testate del gruppo dal Mattino di Napoli al Gazzettino. Si parla di un progetto da 400mila copie a cui si aggiungerebbe una consistente versione online.