Il termine ultimo per presentare eventuali emendamenti al testo base della proposta di legge sull’Editoria è scaduto alle 10 di ieri mattina. Alla fine le proposte di modifica pervenute sono 15, ma, stando a quanto riferito dall’agenzia Public Policy, non andranno ad incidere in maniera molto profonda sulla riforma dell’editoria. L’idea è quella di rafforzare alcuni punti, l’unica novità inserita riguarda la possibilità di costituire un registro degli editori.
Tutti gli altri emendamenti al testo che porterà, tra le altre cose, all’istituzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, sono volti a rendere più solide le aree di intervento di cui abbiamo parlato in due articoli nei giorni scorsi(come i criteri premiali per chi assume under 35 o gli incentivi alle aziende editoriali che innovano, ad esempio).
Andando nel pratico, un emendamento mira a precisare il meccanismo di finanziamento per gli organi delle minoranze linguistiche e per gli italiani all’estero, mentre altre modifiche intervengono sui criteri di percentuale delle copie vendute e sulla tutela dei lavoratori per la distribuzione dei finanziamenti. Pd, Si e Sel hanno presentato alcune proposte sulle edicole, mentre da Ap e FI sono arrivati degli emendamenti che riguardano l’Ordine dei giornalisti.
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