Prosegue in Commissione Istruzione l’esame del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 18 maggio 2012, n. 63, recante disposizioni urgenti in materia di riordino dei contributi alle imprese editrici, nonché di vendita della stampa quotidiana e periodica e di pubblicità istituzionale (AS. 3305). Ieri la Commissione ha approvato, con distinte votazioni a maggioranza, il dispositivo, le osservazioni nn. 1, 2 e 3, nonché lo schema di parere favorevole con osservazioni nel suo complesso, come riformulato in corso di seduta, dal relatore Vincenzo Vita (PD).
Il relatore, a seguito delle richieste di modifica avanzate sullo schema di parere favorevole con condizioni e osservazioni illustrato nella seduta di martedì, ha dato conto di un nuovo schema di parere favorevole con osservazioni nel quale sono state aggiunte due premesse. La prima accoglie un suggerimento del Presidente Guido Possa (PDL) relativamente alle competenze che la Commissione esercita in tema di sostegno pubblico all’editoria, inteso come strumento culturale a difesa del pluralismo dell’informazione e di libertà di manifestazione del pensiero politico, sociale e religioso. La seconda premessa, sollecitata da Albertina Soliani (PD), inserisce la necessità di una riforma del sistema che, a partire dal prossimo anno, metta fine ad ogni logica assistenziale. Vita ha poi dichiarato di aver eliminato la condizione n. 1 che compariva nella prima versione dello schema di parere e di aver trasformato in osservazione la seconda, riguardante la contribuzione all’editoria dopo il 2014. Su richiesta di Mario Pittoni (LNP), ha poi modificato il termine “assistenziale” di cui alla seconda premessa, con “assistenzialista”.
Antonio Rusconi (PD) ha chiesto se le grandi testate giornalistiche beneficino ancora di contributi pubblici.
Diana De Feo (PDL) ha chiesto maggiori dettagli sull’elenco dei beneficiari dei contributi pubblici. In particolare ha domandato di modificarne efficacemente i destinatari, manifestando sconcerto per il finanziamento di alcune testate giornalistiche assolutamente discutibili, tenuto conto che non hanno nessuno scopo informativo. Si è augurata pertanto che in futuro ci sia maggiore attenzione alla qualità dei soggetti beneficiari, da valutare non soltanto sulla base del numero di giornalisti dipendenti e di copie vendute ma anche dell’ambito di attività.
Il relatore ha replicato, chiarendo che i grandi giornali beneficiavano di contributi indiretti, che comunque sono stati aboliti. Ha poi precisato che i criteri che hanno determinato l’elenco 2010, da molti giustamente contestato, sono già modificati ad esempio dal “regolamento Bonaiuti”.
In sede di dichiarazione di voto Rusconi ha espresso il voto favorevole del Gruppo PD sullo schema di parere favorevole con osservazioni come riformulato.
Franco Asciutti (PDL) ha annunciato che i membri del suo Gruppo avranno piena libertà di voto, tanto più che l’argomento sarà affrontato in modo più approfondito tanto nella sede di merito quanto in Assemblea. Nel ricordare le modifiche che hanno interessato il settore, ha affermato l’esigenza di porre fine ad elargizioni “a pioggia”, sottolineando la distinzione tra l’editoria libera da un lato e quella assistita dall’altro. Ha osservato peraltro che un confronto di merito più articolato potrà essere condotto allorché il Governo presenterà l’imminente disegno di legge di delega per il riassetto generale del settore, nell’ambito del quale potrà essere affrontato anche il nodo dell’eventuale contribuzione successiva al 2014. Ha dichiarato infine il proprio voto favorevole sullo schema di parere come riformulato.
Giovanni Procacci (PD) è intervenuto in dissenso dal suo Gruppo, dichiarandosi scioccato per l’elenco dei beneficiari del contributo relativo al 2010, sebbene il provvedimento abbia proprio lo scopo di modificare i criteri che hanno condotto a quel riparto. Ha deplorato in particolare che i giornali di partito godano di ingenti risorse, nonostante sia attuale il tema dell’eccesso di finanziamento pubblico ai partiti rispetto alle reali necessità. Queste testate dovrebbero invece a suo avviso essere finanziate dai partiti di riferimento, nell’ambito delle risorse di cui dispongono. Tali perplessità hanno motivato il suo voto di astensione, benché la riformulazione dello schema di parere abbia effettivamente portato dei miglioramenti.
Cristiano De Eccher (PDL) ha ribadito la propria contrarietà sullo schema di parere, ringraziando il capogruppo Asciutti di aver lasciato libertà di voto. Gli aspetti a suo avviso non condivisibili riguardano la presunta urgenza di mantenere in attività i soggetti interessati, contenuta nella terza premessa, il riferimento ai giornali e ai periodici storicamente interessati dal Fondo per l’editoria, menzionato nella quarta premessa, nonché l’osservazione n. 1.
Il presidente Possa, nel manifestare un orientamento positivo, avrebbe ritenuto opportuno che il provvedimento fosse stato accompagnato da informazioni più dettagliate circa la distribuzione effettiva dei prossimi contributi, alla luce delle riforme proposte. Ha auspicato quindi che il Governo trasmetta, in vista dell’esame in Assemblea, una proiezione del riparto sulla base dei nuovi parametri, laddove possibile utilizzando i dati attualmente disponibili.
Mario Pittoni (LNP), nel chiedere la votazione per parti separate dello schema di parere riformulato, ha dichiarato voto contrario sulle osservazioni nn. 1 e 2.
IL PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE ISTRUZIONE
La Commissione, esaminato il disegno di legge in titolo,
premesso che:
il sostegno pubblico all’editoria rappresenta un imprescindibile strumento culturale a difesa del pluralismo dell’informazione e di libertà di manifestazione del pensiero politico, sociale e religioso;
si ritiene indifferibile una vera riforma del sistema che, a partire dal prossimo anno metta fine ad ogni logica assistenzialista;
ritenuto che il testo sia un compromesso positivo tra l’esigenza conclamata di una revisione strategica delle norme, che le adatti all’era digitale, e l’urgenza di mantenere in attività i soggetti interessati;
tenuto conto che il decreto-legge ha lo scopo di dare un senso immediato, improntato a moralità e rigore, al meccanismo del sostegno pubblico ai giornali e ai periodici storicamente interessati dal Fondo per l’editoria;
valutati favorevolmente la volontà di revisione dei criteri storici e gli aspetti salienti del testo, quali: l’introduzione di nuovi, rigorosi e selettivi requisiti di accesso; la limitazione dei costi ammissibili; l’ancoraggio del contributo alle copie vendute e non più a quelle distribuite; la rimodulazione dei coefficienti del calcolo e il contenimento dei tetti massimi dei contributi percepibili;
apprezzata la novità prevista in particolare dall’articolo 3, che dispone la possibilità, per le imprese che abbiano già percepito i contributi, di passare alla pubblicazione on line, anche in via non esclusiva;
considerato tuttavia che il testo risente di un limite culturale, in quanto non immagina subito la possibilità di nuovi operatori entranti;
esaminate le altre norme, che rappresentano comunque una buona base di partenza, migliorabile in sede parlamentare;
esprime, per quanto di competenza, parere favorevole con le seguenti osservazioni:
1. la contribuzione all’editoria – riordinata sulla base dei nuovi parametri – possa proseguire, con adeguati finanziamenti, anche dopo il 2014;
2. si sollecita una riflessione sul tetto fissato dall’articolo 2, comma 2, lettera a), secondo cui, ai fini del contributo, è calcolata una quota pari al 50 per cento dei costi sostenuti per il personale dipendente, per un importo complessivo comunque non superiore a 2 milioni di euro. Si ritiene infatti che detto limite sia troppo basso, in quanto penalizza le testate più inclini ad assunzioni regolari e dunque si suggerisce un suo innalzamento, proprio nell’ottica di favorire il lavoro;
3. si auspica che il parametro delle copie vendute possa estendersi agli abbonamenti on line laddove onerosi.
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