La commissione di Vigilanza Rai ha approvato il regolamento sulla par condicio elettorale. Ma non senza scontri e polemiche. Marco Beltrandi: «Sono norme confuse e illegali. Farò ricorso. Anche l’Agcom dovrebbe opporsi». Ma gli screzi sono iniziati da tempo. Pd e Pdl si sono accusati a vicenda. Da Roberto Zaccaria, ex presidente della Rai è arrivato un monito: «Le regole sono sempre le stesse per ogni elezione. Ma non ci sono sanzioni per chi non le rispetta».
La Vigilanza ha impiegato 7 ore e ha dovuto valutare oltre 100 emendamenti (presentati soprattutto dalla Lega e dai Radicali) per varare il regolamento sulla par condicio. C’era, infatti, da risolvere il problema delle presenze di Mario Monti. Il quale, avendo ora un doppio ruolo, sia da premier tecnico uscente che da federatore di una lista a lui ispirata, aveva (ed ha ancora) il diritto a “doppie” apparizioni. La questione è stata risolta considerando il Professore alla stregua degli altri politici. E le sue apparizioni “extra”, legate al suo ruolo di Capo del governo uscente, saranno ridotte al minimo. E in queste occasioni Monti parlerà di attualità, senza entrare nel merito delle elezioni.
Ma le controversie sono nate già prima. Da settimane che ci sono polemiche per le ospitate di Silvio Berlusconi in Rai e Mediaset. Le quali sono state definite eccessive ed invadenti dal Pd. Il Pdl, da parte sua, ha avuto da ridire sulle (troppe?) apparizioni di Monti e sullo spazio dato ai democratici per le primarie di partito. “Favore” mai restituito al partito di via dell’Umiltà.
Ora, con il regolamento approvato (che dovrebbe diventare vincolante, solo per la Rai, tra pochi giorni, quando sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale) non mancano i contrasti.
«Faremo ricorso. La Vigilanza ha agito in un clima di confusione. È stata violata la legge 28/2000 (quella sulla par condicio). Vi è assoluta disparità di tempi e condizioni per i concorrenti», ha protestato Marco Beltrandi, deputato dei Radicali in commissione. «La Vigilanza ha bocciato i miei emendamenti. E ha approvato un regolamento più blando di quello dell’Agcom per le tv private (il quale è stato approvato a fine dicembre). È un testo confuso, illegale, di difficile applicazione. Ho votato contro. E farò ricorso, anche contro l’Agcom che permette la violazione delle sue stesse delibere», ha continuato Beltrandi.
Ricordiamo che le norme dettate dalla Vigilanza devono, per forza di cose, essere coerenti con quelle dell’Agcom. Altrimenti non avrebbe senso parlare di par condicio.
Anche Roberto Zaccaria, deputato Pd ed ex presidente della Rai, dal 1998 al 2002 ha avuto da ridire. Zaccaria, ha protestato contro il sistema generale dei regolamenti sulla par condicio in concomitanza del varo della relativa delibera dell’Agcom(la n.666/2012). Quindi l’ex presidente della tv pubblica ha detto la sua prima dell’approvazione del testo da parte della Vigilanza. «Le norme sono sempre le stesse, riprodotte in fotocopia ad ogni elezione. La piccola postilla relativa a Monti e Grillo era implicita [l’articolo 7 del testo dell’Autorità rende effettive le regole anche per le personalità non candidate, ma ugualmente riconducibili ad una precisa fazione politica, ndr]. E poi manca un efficace sistema sanzionatorio. Non viene mai detto ai cittadini se queste regole sono state rispettate o meno. E non è necessario attendere ricorsi formali. L’Agcom può anche agire d’ufficio e deve dare conto agli italiani», ha dichiarato Zaccaria.
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Giurisprudenza PAR CONDICIO, RADICALI: «REGOLAMENTO ILLEGALE». ZACCARIA: «NORME SEMPRE UGUALI DA ANNI, MA...