Costerebbe tanto, forse troppo, e sarebbe in balia di conflitti di interesse. La par condicio sarebbe a rischio. Stiamo parlando del Corecom della Sicilia. LiveSicilia, un quotidiano on line dell’Isola, scrive che il Comitato regionale delle comunicazioni peserebbe ai contribuenti per 800 mila euro all’anno: 500 per i dipendenti regionali, gli altri 300 per il presidente e i 7 componenti del Comitato.
Soldi ben spesi? Forse no, visto che fra i dirigenti figurano addetti stampa ed ex collaboratori di deputati.
Il presidente del Corecom siciliano, Ciro Di Vuolo, ha affermato che se fosse così sarebbe stata commessa un’irregolarità. Può ben dirlo. La normativa che regola la nomina dei membri del Corecom è chiara. Ricordiamo che il Comitato regionale per le comunicazioni ha il dovere di vigilare e far rispettare la par condicio. Sarebbe un errore “grave” quello di inficiarne a priori la propria missione legandolo ad interessi particolari di partito.
Vi immaginate un addetto stampa di un deputato che interviene per multare delle iniziative del partito del parlamentare con cui collabora?
Forse siamo noi che pensiamo sempre male. Certo è che, con quello che costa, il Corecom dovrebbe funzionare al meglio, soprattutto con le elezioni amministrative alle porte.
Egidio Negri
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