Renato Brunetta ci ha preso gusto. Dopo gli esposti all’Agcom contro le trasmissioni “Che tempo che fa” e “In mezz’ora”, accusate di aver violato la par condicio, il capogruppo del Pdl alla Camera punta il dito contro i telegiornali regionali della Rai. A suo dire, i Tgr sarebbero nettamente sbilanciati verso il centrosinistra, a discapito del pluralismo. L’Autorità gli ha dato ragione in merito ai programmi di Fabio Fazio e Lucia Annunziata, ai quali è stato intimato di dare più spazio al centrodestra nella prossima stagione televisiva.
In questo caso ci vorrà un po’ più di tempo per la valutazione del Garante, considerato l’ampio raggio dell’accusa di Brunetta, che non salva nessun tg nella sua spietata analisi statistica. Stando ai dati raccolti su “Il Foglio”, la Toscana è la regione più “comunista” con il 76% di spazio dato al centrosinistra contro l’11% della destra. Segue l’Umbria con percentuali lievemente più basse (69% vs 22%). Sorprendentemente solo sesta la “rossa” Emilia-Romagna, che si posiziona dopo Marche, Basilicata e Trentino Alto Adige. Brunetta concede qualche attenuante solo alla Lombardia e al Veneto dei governatori leghisti, pur rivendicando però una non specificata “generosità proporzionale verso il centrosinistra”.
Il politico del Pdl, spesso plateale nelle sue dichiarazioni, non delude neanche in questo frangente. Definisce la Rai come una “struttura in cui vige una forma di centralismo democratico di tipo sovietico” e invita la popolazione a “resistere all’occupazione delle coscienze”. La palla passa all’Agcom, che dovrà indagare sulla effettiva veridicità dei dati presentati da Brunetta.