Papa Francesco chiede una comunicazione pulita, basta scandali e basta “spazzatura”. Il pontefice, nella giornata di sabato scorso, ha parlato a braccio al capitolo della Società paolina. Ha inteso ribadire il senso della comunicazione per i cristiani e fare una dura reprimenda contro i media attuali. Non solo fake news, dunque. Ma anche (o forse soprattutto) la via utilizzata per comunicare non piace a Papa Francesco che ha chiesto responsabilità ai “paolini”.
Il rapporto del Santo Padre con i media è continuo. In diverse occasioni, papa Francesco ha già avuto occasione di ringraziare (ma anche di rampognare) i giornali e le testate, gli operatori della comunicazione e dell’informazione. Per il pontefice, dunque, il ruolo di chi informa è fondamentale. E pertanto dedica a questo mondo tante energie, messaggi e moniti.
Nel discorso, Papa Francesco ha affermato: “La passione di Dio è comunicarsi, sempre comunica: con il Figlio nello Spirito, e poi a noi. Comunicare è una delle cose che è più che una professione: è vocazione. E questo Don Alberione ha voluto sottolineare nelle diverse famiglie – cosiddette – paoline, questo del comunicare. Comunicare in modo pulito. E voi avete la vocazione di comunicare in modo pulito, evangelicamente”. Quindi il pontefice ha tuonato: “Se noi prendiamo i mezzi di comunicazione di oggi: manca pulizia, manca onestà, manca completezza. La dis-informazione è all’ordine del giorno: si dice una cosa ma se ne nascondono tante altre. Dobbiamo far sì che nella nostra comunicazione di fede questo non succeda, non accada, che la comunicazione venga proprio dalla vocazione, dal Vangelo, nitida, chiara, testimoniata con la propria vita”.
Finita qui? Neanche per sogno. Per il Santo Padre: “Non solo comunicare, ma anche redimere la comunicazione dallo stato in cui è oggi, nelle mani di tutto un mondo di comunicazione che o dice la metà, o una parte calunnia l’altra, o una parte diffama l’altra, o una parte sul vassoio offre degli scandali perché alla gente piace mangiare scandali, cioè mangiare sporcizia. Non è vero? È così. La comunicazione, quel rapporto tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo che è nel segno della Trinità, diventa questo pasto indigesto, sporco, non pulito. La vostra vocazione è che la comunicazione sia fatta pulita, chiara, semplice. Non trascurare questo, è molto importante”.
Perciò ha aggiunto: “Questo parla di questo tema…, ma come parla è importante: chiaro, trasparente; è lui stesso che parla. Questa è l’originalità. In questo senso, i comunicatori sono “poeti”. È la “poesia” del comunicare bene. Andate avanti con una comunicazione pulita: anche nel Capitolo, comunicate bene tra voi. Sempre ci sono difficoltà nel comunicare bene, e nella comunicazione c’è sempre anche qualche pericolo di trasformare la realtà. Uno racconta, comunica all’altro questo, questo lo comunica a questo, a quell’altro e quell’altro e a giro, quando torna, è come Cappuccetto rosso, che incomincia con il lupo che vuole mangiare Cappuccetto rosso e finisce con Cappuccetto rosso e la nonna che mangiano il lupo. No, non va la cosa! Una brutta comunicazione deforma la realtà”.
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