Dal 2006 ad oggi sono 2350 i giornalisti italiani ad essere stati intimiditi con minacce o ritorsioni. Ossigeno per l’Informazione: Occorre attuare le procedure in stallo per aiutarli a difendersi, tra le proposte la costituzione di un fondo di assistenza legale solidale
Fare qualcosa di concreto per assistere e proteggere i giornalisti che subiscono minacce e ritorsioni per impedire che riferiscano notizie di pubblico interesse e che possono disturbare il “potere”. È questa la priorità indicata da Ossigeno per l’Informazione attraverso una conferenza internazionale svolta a Roma (clicca qui per il video) e un articolo del direttore Alberto Spampinato. Sono tante le denunce delle violazioni della libertà di stampa in Italia, così come sono centinaia i giornalisti vittime di atti intimidatori. Ora però è necessario reagire ed aiutarli a resistere e difendersi dalla prepotenza.
Ma come proteggere i giornalisti e consentirgli di pubblicare anche notizie “scomode” su fatti e comportamenti scorretti di soggetti tanto potenti? Strumenti e procedure sono stati individuati da tempo, ma nonostante l’urgenza le procedure sono ancora in attesa di essere discusse ed attuate. L’incontro svolto a Roma ha consentito di muovere i primi, importanti, passi in tal senso. Per prima cosa il Governo ha ammesso esplicitamente che queste minacce si verificano spesso in Italia e che i dati raccolti da Ossigeno per l’Informazione corrispondono a quelli reali: 2350 giornalisti intimiditi dal 2006 a oggi. Si tratta di un’inversione di tendenza.
Fino a questo punto, infatti, il fenomeno era stato tanto oscurato dai media quanto negato a più riprese dalle autorità. Ora finalmente il presidente del Senato, Pietro Grasso, il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, il vice presidente della Commissione parlamentare antimafia, Claudio Fava, il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, il segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso, ed il direttore generale della Fieg, Fabrizio Carotti hanno dato un segnale molto importante sulla questione.
“I dati di Ossigeno – ha spiegato Grasso – ci costringono non solo a riflettere ma anche ad agire. Ci sono troppi minacciati e ancora non siamo capaci di trovare soluzioni adeguate”. Il ministro Gentiloni ha poi affermato di non pensare “che in Italia si possa affermare che l’informazione non sia libera. Credo invece che molti giornalisti non siano liberi di scrivere la verità, indagare ed esercitare al meglio la loro professione. Penso alle intimidazioni e alle minacce quotidiane contro coloro che affrontano temi come la mafia o la criminalità organizzata”.
Secondo quanto annunciato da Fava la Commissione antimafia pubblicherà una approfondita relazione sulle minacce ai giornalisti italiani. Solidarietà ed impegno all’azione sono state manifestate anche a livello internazionale dal presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, dal Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muiznieks, dall’inviata della rappresentante per la libertà dei media dell’Osce, Ulrike Schimdt, dal direttore del Centro europeo per la libertà di stampa di Lipsia, Lutz Mukke, dal vice presidente dell’ Associazione dei giornalisti europei, William Horsley, dal rappresentante del centro di monitoraggio dei media nel sud est Europa (Seemo), Radomir Licina.
Ad Ossigeno per l’Informazione va indubbiamente il grande merito di aver stimolato questa presa di coscienza, ora si può cominciare a discutere su azioni concrete per porre fine alle intimidazioni. In realtà il Governo lo scorso marzo ha già iniziato a muovere qualche passo questa strada quando, durante la sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra, i rappresentanti italiani si sono impegnati ad attuare alcune precise “raccomandazioni” in materia di libertà di stampa, conflitto di interessi e protezione dei giornalisti. In particolare, il Governo si è impegnato a “indagare e perseguire tutti i colpevoli di violenza e di crimini di intimidazione contro i giornalisti”, “a prendere le misure giuridiche necessarie per proteggere i giornalisti e indagare tutti gli atti di intimidazione e di violenza contro i giornalisti”.
Alla conferenza sono state formulate alcune proposte su cui Ossigeno per l’Informazione raccoglierà pareri e opinioni. Ad esempio, è stata proposta la creazione di uno Sportello pubblico attraverso il quale comunicare le intimidazioni a tutte le autorità competenti con un’unica segnalazione; l’istituzione di un fondo di solidarietà; la costruzione di una rete di assistenza legale solidale. Tra le proposte c’è anche l’elaborazione di un codice di comportamento sul modo di trattare sui media le notizie sui giornalisti che subiscono intimidazioni e minacce. La denuncia è sempre importante, ma da sola difficilmente può bastare.
Assumere questi impegni non basta certamente a risolvere il problema ed il Parlamento batte “vecchie strade” che spesso sottomettono l’interesse pubblico ad un diritto alla riservatezza a volte contestabile. Tuttavia, come spiega Spampinato, “gli impegni solenni sono importanti, poiché rendono percorribili strade che prima apparivano impervie e impraticabili”.