Da questa settimana l’osservatorio Ossigeno per l’informazione pubblica una rassegna in inglese delle notizie sui giornalisti minacciati in Italia. Ossigeno Bad News nasce su sollecitazione di alcune istituzioni internazionali e dall’esigenza, che avvertiamo, di confrontare i problemi italiani con quelli di paesi simili all’Italia, in cui vige la più assoluta libertà di informazione, ma nei fatti la libertà non è libera. Chi seguirà questa rassegna potrà vedere perché crediamo di aver scoperto un male oscuro dell’informazione giornalistica finora sconosciuto: un male che attecchisce proprio nei paesi più avanzati, dove tutti i problemi sembrano risolti.
I lettori di Bad News potranno leggere notizie poco conosciute anche in Italia, perché in Italia circolano poco e in modo frammentario, e raramente superano il bacino dell’informazione locale. Le notizie raccolte da Ossigeno sono simili a messaggi in bottiglia affidati all’oceano. Eppure sono notizie interessanti, importanti anche dal punto di vista sociale che meriterebbero più visibilità.
Mettendo insieme queste notizie sparse si scopre che migliaia di giornalisti italiani lavorano in condizioni drammatiche. Le nostre brutte notizie sono piccole pennellate che, una dopo l’altra, dipingono un’Italia in cui il giornalismo è una attività poco tollerata, sempre meno sopportata, una professione temuta e assoggettata a mille condizionamenti.
Le Bad News mostrano un’Italia in cui il giornalista è spesso trattato “come un vaso di terracotta, costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro”, vive cioè una condizione penosa, di prevaricazione simile a quella dei preti di fine Ottocento descritti da Alessandro Manzoni, circondati da prepotenti che si facevano valere con la forza e con l’abuso.
E’ triste dirlo, ma la situazione è questa e finché non cambierà Ossigeno non si stancherà di dire che l’informazione giornalistica in Italia non è del tutto libera, ma è “parzialmente” libera, come hanno certificato Freedom House e Reporters Sans Frontieres.
Continueremo a dirlo senza retorica, semplicemente facendo conoscere, come facciamo dal 2008, lo stillicidio incessante di cattive notizie sui giornalisti minacciati, uno stillicidio che molti fingono di non vedere sebbene non possa sfuggire a nessuno.
Queste brutte gocce che cadono senza sosta inquinano la democrazia, danneggiano i cittadini. Le notizie che si susseguono nel tempo parlano meglio di qualsiasi trattato di giornalismo e mostrano chiaramente i nodi dell’informazione che la politica e le istituzioni dovranno sciogliere quando finalmente questi problemi usciranno dal cono d’ombra dell’indifferenza e tutti dovranno guardarli in faccia.
Tocca certamente all’Italia e agli italiani affrontare e risolvere questi problemi. Ma l’attenzione internazionale può essere d’aiuto. Può essere un utile stimolo, può avvicinare quel momento. Chi vuole abbreviare l’attesa, ci aiuti a diffondere questa newsletter