«Sull’editoria ci vogliono criteri nuovi ed una azione di moralizzazione che favorisca davvero il pluralismo e libertà di informazione. I contributi devono essere legati all’occupazione stabile». Lo ha detto Matteo Orfini, della segreteria nazionale Pd, a Cagliari per partecipare ad un convegno sul lavoro e ad un incontro con i vertici dell’Ordine dei giornalisti e dell’Assostampa. «Le dimissioni del sottosegretario all’editoria Carlo Malinconico hanno interrotto un confronto ben avviato sulla riforma dell’intero sistema. Speriamo sia sostituito quanto prima e che si possa riprendere da dove abbiamo interrotto, senza ripartire da zero».
«Non abbiamo la percezione – ha riconosciuto Orfini – che il governo abbia particolare attenzione, in questo momento soprattutto, per occuparsi di editoria. Ma non dobbiamo perdere l’occasione dell’apertura sulla riforma della Rai per proporre una discussione complessiva del sistema dell’editoria».
«In questi anni gli imprenditori hanno interpretato male il passaggio al digitale terrestre – ha detto ancora – usando i canali nuovi per repliche ed un’offerta inadeguata alle esigenze, mentre ci voleva un progetto. Sono rimasti fermi alla vecchia idea che il valore arrivi dal contenitore e non dal contenuto». Per questo, propone Ruffini, si può pensare di favorire bandi e mettere a disposizione canali per chi produce contenuti.
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