Il Nucleo Speciale per la radiodiffusione e l’editoria sequestra 15 testate che vendevano copie digitali senza pagare i diritti d’autore
Se da un lato molti editori hanno visto nell’informazione digitale l’unica ricetta anti-crisi che consentisse di incrementare il gettito dell’advertising e di sopperire alla mancata vendita delle copie cartacee, dall’altro sono sempre stati consapevoli di correre il rischio di subire danni ingenti a causa di piattaforme on line dedite all’acquisizione e alla diffusione illegale di notizie e contenuti, senza tenere conto del pagamento della proprietà intellettuale.
A contrastare questo fenomeno che negli ultimi tempi ha assunto proporzioni dilaganti, ci ha pensato la Guardia di Finanza attraverso l’Operazione Fenice.
Nel mirino delle Fiamme Gialle sono finite ben 15 testate, 10 operative in Italia e 5 all’estero, alle quali sono stati sequestrati un’ingente quantitativo di materiale informatico, attualmente al vaglio della Procura della Repubblica di Roma che dovrà accertare il grado di responsabilità dei trasgressori, gestori dei siti incriminati.
L’aumento esponenziale dei giornali pirata è stato un duro colpo sia per i piccoli che per i grandi editori che, secondo una recente indagine di Mediobanca, hanno visto diminuire di circa 400.000 unità il numero delle copie dei loro giornali che da 3.600.000 copie al giorno sono passate a 3.200.000.
Oltre all’evidente danno economico per gli editori, prendendo in esame il quinquennio 2010-2015, tutto questo ha determinato la perdita di circa 5.000 posti di lavoro incidendo, quindi, molto negativamente anche in termini occupazionali confermando che il periodo di congiuntura economica sfavorevole non è certamente finito.
I sequestri delle Forze dell’Ordine hanno interessato soggetti residenti a Carbonia-Iglesias, Roma, Napoli, Brescia, Frosinone e Torino ma altri accertamenti sono ancora in corso per verificare se esistono ulteriori collegamenti con altri giornali che potrebbero essere coinvolti e che la Guardia di Finanza sta attenzionando grazie al “Follow the money” il nuovo sistema investigativo che, attraverso alcuni codici fruibili mediante la banca dati dei maggiori Gruppi editoriali, ha consentito di risalire e stanare i cyber informatici. Servendosi del classico “copia e incolla” molti giornali spacciavano copie utilizzando contenuti originali, protetti dal copyright guadagnando anche sulla pubblicità veicolata sul sito.
In merito alla vicenda è intervenuto anche Maurizio Costa, Presidente Fieg, che ha espresso il suo apprezzamento per l’Operazione Fenice sottolineando che, in più occasioni, gli editori hanno denunciato la violazione della proprietà intellettuale e lo sfruttamento illecito delle opere che ha portato all’uso indiscriminato da parte degli Over the Top.
Sempre secondo il Presidente Costa, per tutelare gli editori che credono nel business model offerto dal web e tutti coloro che investono grandi risorse nell’informazione digitale ben vengano i controlli e gli oscuramenti dei siti pirati ma è necessario andare oltre, rafforzando e modificando l’attuale normativa sul diritto d’autore.
Vedremo se il Governo raccoglierà l’invito del massimo esponente Fieg dimostrando sensibilità nei confronti dei giustificati e ripetuti appelli degli editori che in questi anni hanno visto andare in fumo i loro capitali e, nello stesso tempo, dei tanti lavoratori che hanno perso il posto di lavoro.