Le Nazioni Unite hanno stabilito che l’accesso a Internet è un diritto fondamentale dell’umanità. E che bloccarlo equivale a violare la convenzione internazionale sui diritti civili e politici. Il rapporto pubblicato alcuni giorni fa dal relatore speciale Frank La Rue – e successivamente diffuso dai principali blog e siti internazionali tematici – suona come un’accusa a quei paesi, come Francia e Regno Unito, che stanno limitando l’accesso al Web in tutela del copyright ma anche a quei governi che bloccano la rete per contrastare la protesta politica, come accaduto in Siria, in Iran o in Cina.
Il rapporto dell’Onu parla chiaro: «Togliere l’accesso degli utenti a Internet è una misura sproporzionata, qualunque ne sia il motivo, compresa la tutela del diritto d’autore. E’ una violazione dell’articolo 19, paragrafo 3, della Convenzione internazionale dei diritti civili e politici». Anche la censura impiegata come strumento anti-terrorismo non è accettabile, secondo le Nazioni Unite: «Simili leggi – prosegue il rapporto – sono spesso giustificate con la necessità di proteggere la reputazione degli individui, la sicurezza nazionale e di contrastare il terrorismo. Tuttavia, nella pratica, sono spesso impiegate per censurare i contenuti con cui un governo e altre entità di potere non sono d’accordo». In questo caso, il riferimento indiretto sembra proprio a Wikileaks.
Da qui, «il Relatore Speciale invita tutti gli Stati a far sì che l’accesso a Internet sia sempre disponibile, anche durante i periodi di rivolte politiche». E, «in particolare, il Relatore Speciale invita gli Stati a ritirare o emendare le leggi esistenti sulla tutela della proprietà intellettuale che autorizzano la disconnessione degli utenti dall’accesso al Web, e comunque ad astenersi dall’adozione di simili provvedimenti».
«Visto che Internet è diventato uno strumento indispensabile per la realizzazione di tutto uno spettro di diritti umani, oltre che per combattere la disuguaglianza e accelerare lo sviluppo e il progresso umano, assicurare l’accesso universale a Internet dovrebbe essere una priorità per tutti gli Stati» conclude il rapporto Onu. I governi dovrebbero quindi «sviluppare politiche concrete ed efficaci, in consultazione con esponenti di tutte le componenti della società, compreso il settore privato e le autorità competenti, per rendere Internet ampiamente disponibile, e accessibile fisicamente ed economicamente per tutti i segmenti della popolazione». (TMNews)
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