L’assemblea del Senato ha approvato in modo definitivo (in terza lettura e in maniera bipartisan) il ddl che stabilisce una nuova disciplina del prezzo dei libri volta a sostenere le piccole librerie e a rendere possibile la loro coesistenza con le grandi catene. Le principali novità riguardano l’obbligo di vendere libri ai consumatori finali con una percentuale di sconto massima del 15%, mentre gli editori potranno applicare nel caso di campagne promozionali uno sconto fino al 25%, da mettere a disposizione di tutti i canali di distribuzione. La legge, i cui effetti si applicheranno a partire dal prossimo primo settembre, prevede anche che il ministro dell’Istruzione a dodici mesi dell’entrata in vigore scriva una relazione sui suoi effetti nel settore del libro, di concerto con il ministro dello Sviluppo, della Cultura e del presidente del Consiglio o, se nominato, del sottosegretario con delega all’informazione e all’editoria.
Per il senatore Vincenzo Vita (Pd), uno dei relatori della norma, la decisione presa dal Senato «è importante perché mette un argine a una situazione di deregolamentazione che non ha fatto certamente bene alla piccola e media editoria» e pone un freno «a ciò che sta già accadendo: la sparizione delle tradizioni culturali». Apprezzamento per il contenuto e la condivisione da parte di tutti le forze politiche è stato espresso dal sottosegretario alla Cultura Riccardo Villari, per il quale la legge, anche se in modo parziale, «dà una prima risposta a un settore in crisi».
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