Via libera al decreto antipirateria, la nuova normativa mette d’accordo destra e sinistra. L’obiettivo è garantire un futuro all’editoria dichiarando battaglia, seria, ai pirati. Che, dal web, costano agli editori nazionali decine e decine di milioni di euro all’anno. Il ministro all’industria e al made in Italy Adolfo Urso spiega: “L’approvazione definitiva della legge di iniziativa parlamentare contro la pirateria digitale rappresenta un risultato particolarmente importante per il nostro Paese, su cui Governo e Parlamento hanno lavorato insieme con il massimo impegno, come evidenzia il voto unanime dei due rami del Parlamento”. Urso ha poi aggiunto: “Non si è solo vinta una battaglia di civiltà combattuta da anni, ma – ha aggiunto – si sono create le condizioni per dare maggiori tutele e garanzie all’industria culturale nazionale, che rappresenta uno dei settori strategici per la nostra economia. È importante inoltre sottolineare le caratteristiche profondamente innovative del provvedimento che si pone all`avanguardia nel panorama europeo tutelando il diritto d`autore e le migliaia di posti di lavoro di quanti operano in questo importante settore”.
L’ex sottosegretario all’editoria, il dem Andrea Martella, ha affermato: “L’approvazione in via definitiva al Senato del ddl antipirateria rappresenta un importante risultato per contrastare questo odioso fenomeno che ha elevatissimi costi economici e sociali. Ora bisogna accompagnare questo impianto normativo con una adeguata campagna di sensibilizzazione contro la pirateria. Perché questo fenomeno alimenta circuiti criminali, fa perdere posti di lavoro e danneggia l’industria creativa e degli eventi. Bene la legge ma bisogna continuare ad essere vigili”.
Il presidente Anica Francesco Rutelli esulta: “L’Italia è oggi all`avanguardia nel contrasto dei crimini informatici. Grazie agli autori della legge, all’impegno della Fapav, e alla convergenza unanime del Parlamento. È ora il momento di una battaglia nella società, e tra i consumatori, per far capire che la pirateria è nemica delle libertà, perché danneggia la creatività, il lavoro, le imprese”.
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